Sit-in contro l’antenna: “Una scelta fuori luogo”. La rabbia del comitato
di Claudio Roselli
Erano più di cento ieri pomeriggio ad Anghiari, in località “la Gattina” dove è stata gettata la piattaforma in cemento a circa un chilometro di distanza dal centro abitato, le persone che hanno risposto all’invito del comitato “No antenna”, che si batte contro l’installazione del traliccio per la telefonia mobile e che al termine della manifestazione ha subito fissato il prossimo appuntamento. “Mercoledì sera, alle 21, tutti in consiglio comunale per seguire la seduta”: così ha detto Fabrizio Scartoni, referente del comitato, dopo che i capigruppo della minoranza, Mario Checcaglini di “Anghiari Unita” e Danilo Bianchi del “Patto Civico”, hanno ricordato la discussione della loro interrogazione presentata sull’argomento. Per solidarizzare con gli anghiaresi, erano arrivati sul posto anche alcuni esponenti dell’omologo comitato di via Sicilia ad Arezzo e Sandra Marraghini, presidente della sezione aretina di Italia Nostra; non vi erano invece sindaco ed esponenti della maggioranza. Fra gli striscioni preparati, il più originale è stato quello con scritto “Anghiari antenna arancione”, per sottolineare come un ripetitore alto 24 metri in quella posizione inficerebbe anche le credenziali di “bandiera arancione”. Al momento i lavori sono interrotti dal 12 febbraio, dopo che in precedenza erano stati sospesi per l’assenza di tutta la documentazione necessaria.
“Il grave è che, oltre ad aver operato senza avvisare nessuno – ha dichiarato Scartoni – è stato scelto un posto che certamente non ha vincoli di natura paesistica, ma che è stato pur sempre definito di ‘eccezionale rilevanza paesistica’, per cui l’incongruenza mi sembra evidente. I lavori della piattaforma sono stati eseguiti in appena due giorni e quindi il nostro comitato ha iniziato a raccogliere le firme, consegnate poi in Comune. Si deve allora all’impegno dei consiglieri Checcaglini e Bianchi se l’amministrazione ha per ora fatto chiudere il cantiere. Vi invito a scrutare l’orizzonte: c’è un affaccio sul Valsovara che va da Monte Santa Maria Tiberina fino a Montauto e poi l’aspetto della salute pubblica dove lo mettiamo? Non si sa mai cosa può succedere vicino a un impianto del genere. Il Comune ha posto dei vincoli e vedremo adesso come la questione potrà andare avanti al Tar, non dimenticando che – se l’antenna dovesse essere piazzata – i residenti nelle zone limitrofe chiederanno subito un risarcimento per il deprezzamento delle loro proprietà”. Molto chiari anche Checcaglini e Bianchi: “Nell’interrogazione, invitiamo l’amministrazione a elaborare un piano di localizzazione delle antenne telefoniche”.
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