‘Soldati ucraini feriti a Avdiivka uccisi dalle truppe russe’
(ANSA) – ROMA, 20 FEB – Sabato scorso l’esercito ucraino ha abbandonato la città orientale di Avdiivka dopo settimane di martellanti attacchi russi: alcuni soldati feriti che non sono riusciti a fuggire sono stati uccisi quando le truppe del Cremlino hanno raggiunto la loro posizione. Lo riporta la Cnn che ha raccolto la testimonianza dei parenti che hanno avuto con loro le ultime telefonate prima dell’arrivo dei soldati russi, e di altri militari ucraini.
I soldati ucraini feriti, che non sono stati evacuati a causa degli incessanti attacchi, facevano parte della 110ma Brigata meccanizzata e occupavano una posizione chiamata Zenit. Quando la situazione sul campo di battaglia è diventata insostenibile, hanno fatto tentativi disperati di fuggire dalle rovine della città, ha raccontato su Instagram Viktor Biliak, uno dei soldati sul posto: “Fuori la visibilità era nulla. Si trattava solo di sopravvivere. Un chilometro attraverso il campo. Eravamo un gruppo di gattini ciechi guidati da un drone sotto l’artiglieria nemica. La strada per Avdiivka era piena di cadaveri ucraini”, ha scritto. Alla fine un comandante lo informò via radio che i feriti non sarebbero stati evacuati. Sei uomini furono lasciati indietro. Tra le persone intrappolate e circondate c’era un sergente di 30 anni e medico di guerra della regione di Dnipropetrovsk, Ivan Zhytnyk, nome di battaglia Django. Aveva combattuto ad Avdiivka per quasi due anni, era gravemente ferito e non poteva muoversi. Giovedì scorso è riuscito a contattare la sorella Kateryna con una videochiamata: Kateryna chiede al fratello: “Allora… non viene nessuno? Ci sono anche i tuoi ragazzi (con te), o sei solo?”. Zhytnyk risponde: “Tutti se ne sono andati, tutti si sono ritirati. Ci hanno detto che una macchina sarebbe venuta a prenderci. Ho due gambe rotte, schegge nella schiena. Non posso fare nulla…”. Le ha detto che nella posizione dello Zenit c’era una mezza dozzina di soldati, quattro dei quali, come Zhytnyk, non potevano camminare. Kateryna risponde piangendo: “Non so come… chi chiamare”. “Non riesco a capire. Chi verrà a prenderti?”. Nessuno è andato a prenderli. (ANSA).
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