Dune – Parte Due, il film più atteso dell’anno è un capolavoro
Dune è stato a lungo considerato il vero caposaldo della letteratura fantascientifica. Un capolavoro firmato da Frank Herbert che miscelava i temi e le ambientazioni della space opera più canonica con riflessioni filosofiche e ecologiste che hanno reso universale la storia di Paul Atreides. Un universo tanto vasto e ricco che aveva già solleticato la curiosità di un regista come David Lynch che, per primo, aveva cercato di portare sul grande schermo la storia del pianeta Arrakis e della spezia che ne sancisce la ricchezza. Una prima trasposizione che metteva in mostra tantissimi limiti, perché era oltremodo complesso trasporre tutto l’universo di Herbert. Nel 2021, però, il regista Denis Villeneuve regalò al pubblico Dune – Parte Uno. La pellicola, presentata in anteprima alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, raccontava la prima metà del primo romanzo di Herbert, ponendo l’accento sul trasferimento della famiglia Atreides sul pianeta Arrakis, sull’ascesa di Paul Atreides e sull’inizio della guerra. Il primo film di Dune si chiudeva in un momento di transito: quando Paul, il personaggio interpretato dal nuovo divo Timothée Chalamet, si trovava senza le radici paterne, gettato in mezzo al deserto dei Fremen, la popolazione di Arrakis.
Cosa racconta Dune – Parte Due?
La strage degli Atreides per mano della famiglia Harkonnen non ha lasciato sopravvissuti: o almeno questo è quello che si crede. Paul e sua madre Lady Jessica (Rebecca Ferguson),infatti, sono riusciti a scappare nel deserto sotto la guida di Stilgar (Javier Bardem), che è convinto che Paul sia il messia di cui è stata tramandata la profezia e che potrebbe finalmente liberare il pianeta Arrakis, conducendo i Fremen al paradiso verde che gli è stato promesso. In viaggio verso nord, in compagnia di Chani (Zendaya), Paul è diviso tra la paura di diventare una figura idolatrata dai fantatici e il sospetto di coloro che in lui non vedono altro che uno straniero, una spia che non ha a cuore il destino del pianeta. Intanto Lady Jessica viene scelta come nuova Reverenda Madre, grazie anche alla sua preparazione da Bene Gesserit. La donna, che è incinta dell’ultima figlia del Duca Leto, userà tutta la sua conoscenza per far sì che la profezia si avveri. Intanto il Barone Harkonnen (Stellan Skarsgard) affida al nipote Feyd-Rautha (Austin Butler) il compito di rimediare agli errori del fratello (Dave Bautista) e sconfiggere i ribelli che stanno mettendo a repentaglio il commercio della famosa spezia. Il destino di Arrakis, inoltre, viene seguito da lontano dall’imperatore Shaddam IV (Christopher Walken) e da sua figlia (Florence Pugh).
Un film destinato a cambiare il cinema
Dune – Parte Due – che debutterà in sala il prossimo 28 febbraio – sarà per gli anni Venti del ventunesimo secolo ciò che Il signore degli anelli fu per l’inizio degli anni Duemila: una pellicola che recupera un capolavoro letterario e lo trasforma in un’esperienza di visione, qualcosa di estremamente avvolgente e coinvolgente che finirà con l’entrare nell’immaginario collettivo. Un prodotto, dunque, che sarà oggetto di convidvisioni e discussioni e che non esaurirà la propria presa con il passare del tempo. Se Dune – Parte Uno era una pellicola dall’anima fortemente introduttiva, la cui principale ambizione era rendere familiare il mondo di Arrakis a coloro che non avevano letto il libro di partenza, con questo secondo capitolo il regista Denis Villeneuve realizza un affresco politico e religioso che si fa ritratto cinico e spietato di un’umanità corrotta e spaventata, piena di ombre e di pregiudizi, dove la violenza sembra essere l’unica parola universalmente riconosciuta. Grazie anche alla meravigliosa colonna sonora curata da Hans Zimmer, con le sue note basse e vibranti che quasi fanno tremare la sala e percepire il battito del deserto che risveglia i vermi della sabbia, Dune – Parte Due è un film che non rinuncia a una fruizione quasi sensoriale, che permette allo spettatore di entrare in un mondo altro, di tuffarsi in tradizioni e ritualistiche in qualche modo aliene e che, tuttavia, riescono ad essere strumenti per parlare all’umanità e ai suoi limiti. Con una messinscena sontuosa ed elegantissima, che gioca spesso anche sulla contrapposizione cromatica (con scene in bianco e nero o sequenze sovraesposte) Dune – Parte Due è un prodotto che riesce a mettere insieme sia la voglia di intrattenere un pubblico appassionato di fantascienza, sia di celebrare il cinema inteso come arte, come forma di espressione dell’individualità di un singolo che riesce a creare quasi dei quadri in movimento, senza rinunciare né alle emozioni né all’azione.
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