Maria Sole Tognazzi: «Da piccola ho scoperto di avere un fratello norvegese. Mastroianni? Ero innamorata di lui»
Dieci minuti. Un romanzo di Chiara Gamberale che diventa un film. Una pellicola diretta ancora da Maria Sole Tognazzi. Con lei ancora Margherita Buy. «Da Viaggio sola, appena c’è un ruolo adatto penso a lei: fantastica, piena di ironia. Qui è una psichiatra, la dottoressa Braibanti, forte, sicura di sé, misteriosa. Che esorta Bianca (Barbara Ronchi, ndr) a provare ogni giorno 10 minuti di qualcosa mai fatto prima. I miei, appunto, sono stati sul traghetto».
Il film
Si parla di una donna lasciata dal marito dopo una storia di vent’anni. «Il film è la cronaca della sua rinascita, la sua paura di riuscire a farcela. Erano anni che volevo lavorare con Barbara. Racconto donne che fino a poco tempo fa al cinema erano comprimarie, le metto al centro della scena. Attenzione: non è un cinema rivolto alle donne, parlo anche agli uomini».
La scoperta del fratello
Un film realizzato in collaborazione con Francesca Archibugi e che vede un personaggio, una sorella che Bianca scopre di avere ma che nel libro non c’è. Al Corriere della Sera la figlia di Ugo Tognazzi svela di aver raccontato «a Francesca quando abbiamo scoperto un altro fratello, Thomas (figlio di Ugo Tognazzi e Margarete Robsahm, ndr). E abbiamo fatto entrare in gioco una sorella, Jasmine. Un modo per rendere più mio il libro Chiara. È stata generosa, ci ha lasciato pagine bianche». E Maria Sole come lo ha scoperto? «Io ero troppo piccola. La reazione sublime fu quella di Gianmarco. Un’estate arrivò questo bambino norvegese, biondo, che non parlava una parola di italiano. Sono stati insieme tutto il giorno a giocare al mare. Tornati a casa, Gianmarco disse ai miei: “Tranquilli, la giornata è andata benissimo. Guardate, non sembriamo due fratelli?” A quel punto glielo dissero: lo siete veramente. Il ghiaccio era rotto. Qui ci sono due sorelle che sanno l’una dell’altra, ma non si sono conosciute. E l’incontro le cambierà».
Mastroianni
Da sempre innamorata di Marcello Mastroianni («Avevo un debole per lui. Ne ero innamorata da piccola, quando veniva a casa mi sentivo male»), oggi Maria Sole preferisce non parlare della sua vita privata. Quasi una reazione al fatto che la sua famiglia è stata tanto esposta. «Non ci vuole l’occhio clinico di Braibanti per capirlo. Tutelo la mia vita privata, non solo quella sentimentale. Mi viene spontaneo, sono cresciuta con i miei genitori sui giornali di gossip. La prima volta che io mi sono trovata io su un giornale era per delle foto scattate da un paparazzo nella clinica dove ero nata, dentro l’incubatrice. Non ho neanche i social. Come dire, non c’è nulla da nascondere, ma c’è tutto da proteggere».
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