Il passaggio anticipato da Kawasaki a Yamaha di Jonathan Rea è stata una delle mosse di mercato più sconvolgenti del Mondiale Superbike e ha fatto storcere il naso a più di qualcuno. Al momento, i risultati del sei volte iridato in sella alla R1 sembrano dare ragione ai più scettici: il round di Phillip Island è stato decisamente negativo in termini di classifica, condito anche da una brutta caduta che ha tenuto col fiato sospeso, ma fortunatamente si è risolta in un grande spavento.
L’incidente di domenica, che ha costretto all’intervento dell’ambulanza e all’esposizione della bandiera rossa, è solo il secondo in una settimana. Anche martedì, Rea era caduto durante i test, riportando alcune escoriazioni al ginocchio. A rassicurare sulle condizioni è lo stesso pilota, che ha commentato la sua domenica sui propri profili social: “Innanzitutto, fisicamente sto bene, nella caduta ho preso una bella botta all’anca, ma non ho riportato altre ferite da martedì. Questa settimana ho avuto due cadute grosse, ma sono ancora tutto intero grazie ad Alpinestars e Arai. Sono molto frustrato perché la caduta è arrivata con grande sorpresa, mentre stavo prendendo confidenza con la moto e mi sentivo abbastanza bene”.
“Ho approfittato un po’ della pista quando Toprak ha avuto problemi al motore e mi sono trovato in una buona posizione in gara, ma non appena ho iniziato a sentirmi davvero fiducioso, sono caduto. Dobbiamo solo ripartire da zero, analizzare tutto e cercare di migliorare il mio feeling”. Un inizio non dei migliori, soprattutto se si guarda al risultato del suo ex compagno di squadra, che ha ereditato il suo capotecnico Pere Riba e ha firmato una splendida doppietta nel round di apertura della stagione.
C’è da mangiarsi i gomiti per la scelta fatta? Sulla carta sembrerebbe di sì, tuttavia Rea si è rilanciato in una nuova avventura, con nuovi stimoli e nuovi obiettivi da raggiungere. Certo, il 17° posto in Gara 1, la decima piazza nella Superpole Race e il ritiro in Gara 2 non sono segnali incoraggianti. Inoltre, già dai test aveva espresso malcontento verso una moto con cui ancora non sente un grande feeling.
Tuttavia, l’avventura è ancora all’inizio e, si sa, Phillip Island è sempre una storia a sé. Manca un mese al prossimo appuntamento, Barcellona apre la stagione europea (di fatto l’Australia è stato l’unico round fuori dal vecchio Continente) e da lì Rea e il team ripartiranno per provare a ingranare la marcia. Non è un lavoro semplice, quello del nordirlandese, che sta imparando a conoscere la moto, il team… Ma anche le sue difficoltà.
Jonathan Rea, Pata Yamaha WorldSBK
Jonathan Rea, Pata Yamaha WorldSBK
Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images
Nella giornata di sabato è apparso visibilmente sconfortato, tanto da dire: “Potremmo impacchettare tutto e andare direttamente a Barcellona”. Parole forti, che lasciano intendere il grande lavoro da svolgere all’interno del box per poter tornare a lottare per il vertice. “Servono cambiamenti sulla Yamaha, ma non so cosa”, quasi un’affermazione in stile Fabio Quartararo, a sottolineare quanto la Casa di Iwata sia in sofferenza con i due uomini di punta nei rispettivi campionati.
C’è però un aspetto positivo da sottolineare ed è la bella prestazione di Andrea Locatelli. Il compagno di squadra di Rea si è mostrato competitivo per tutto il weekend, sfiorando anche il successo in Gara 2, salvo poi cadere. Il fine settimana solido messo a segno dal Loka infonde fiducia a Rea, che vede il potenziale in quella che è la sua nuova arma, e che pian piano imparerà a sfruttare bene: “Si può vedere che possiamo arrivarci guardando quanto è stato competitivo Locatelli. Ora voglio andare a casa per riorganizzarmi, resettare e tornare più forte a Barcellona. Grazie per tutti i messaggi, nei momenti difficili la vostra positività è davvero d’aiuto”.
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