“Malasanità”, sfogo su Facebook. La Polizia la chiama e lei cancella
In preda alla rabbia e alla frustrazione ha scritto un impetuoso post su Facebook per raccontare quello che le era accaduto poco prima al Pronto soccorso di Fano. Alcune ore dopo è stata contattata telefonicamente da un agente del Commissariato di Fano che le ha chiesto conto di quel racconto fatto online, ravvisandovi delle implicazioni penali anche a suo carico. La ragazza a questo punto si è spaventata e ha cancellato tutto dalla rete. E’ il curioso caso accorso ad una fanese che, come tante persone fanno quotidianamente, aveva ‘sfogato’ la sua rabbia su Facebook, innescando però una insolita reazione. Ovvero la telefonata da un agente del commissariato.
In un primo momento aveva pensato ad uno scherzo perché “su tanti gruppi scrivono cose ben peggiori e nessun poliziotto li chiama chiedendo di rimuovere il post” ha riferito, chiedendo di non pubblicare il suo nome. Ma controllando poi il numero di telefono della chiamata ricevuta la ragazza ha avuto conferma che era davvero la Polizia di Stato. E ieri anche la Questura di Pesaro ha confermato quella telefonata. Una telefonata che, è stato spiegato, non è inusuale. Né era stata minacciosa. Infatti, all’attenzione sul caso di malasanità richiesta dalla cittadina con la sua denuncia online, la polizia (che ha letto il post poi cancellato) ha risposto telefonicamente chiedendo alla ragazza di incontrarsi per avere maggiori chiarimenti sull’accaduto. Perché, è stato spiegato, nel post si configuravano aspetti penali, dall’una e l’altra parte. Nessuno però, è stato sottolineato, ha detto alla ragazza di cancellare il post.
Ma cosa ha innescato la reazione della ragazza, da cui poi è derivato l’interessamento della polizia? La storia che precede quella telefonata, è questa. La ragazza ha un papà invalido al 100% che di recente ha subito un intervento chirurgico all’addome. Siccome l’altro giorno sono subentrati dei dolori acuti e difficoltà respiratorie, la figlia ha accompagnato l’uomo in pronto soccorso a Fano. Ma dopo il triage, stando al racconto della ragazza, per 5 ore l’uomo non avrebbe ricevuto nessuna assistenza. Alle rimostranze della giovane, una delle figure facenti parte del personale del pronto soccorso, avrebbe proferito una frase che la ragazza ha ritenuto essere offensiva. “Per noi non è un’urgenza… Beato te”. Dopo di che, la giovane ha preso il padre per mano e se ne sono andati via.
L’uomo però aveva un’infezione in corso, tant’è che poche ore dopo ha avuto bisogno nuovamente di assistenza medica. Questa volta però la figlia l’ha portato al Pronto soccorso di Pesaro, dove al caso hanno dato invece massima priorità. Dopo 7 ore di presa in carico, l’uomo è stato dimesso. Da qui è scaturita la rabbia della figlia, espressa nel post finito all’attenzione della Polizia.
re.fa.
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