“Legge bavaglio”, “Giusta e doverosa”. Botta e risposta tra Renzi e il suo ex portavoce Sensi
Anche i migliori matrimoni possono arrivare a una conclusione, figurarsi i sodalizi politici. Ne sono una prova i senatori Matteo Renzi e Filippo Sensi, che dopo lunghi anni trascorsi fianco a fianco, ora a palazzo Madama si trovano in due schieramenti diversi e spesso opposti. L’ex premier, infatti, è il segretario di Italia viva mentre Sensi, oggi senatore del Partito democratico, è stato a lungo il suo portavoce, da molti considerato come una delle chiavi del successo politico di Renzi negli anni Dieci del Duemila.
Lo scontro tra i due è nato durante la discussione sulla Legge di delegazione europea 2022-2023. Presentando il suo emendamento, Sensi ha parlato di “famigerata legge bavaglio. La maggioranza mette in fila una serie di provvedimenti punitivi che configura una volontà di vendetta, quasi un regolamento di conti della politica nei confronti dell’informazione”. Ha parlato di asfissia alla libera informazione. “che da oggi sarà ancora più debole e intimidita, bersaglio di un’offensiva che mette sotto schiaffo il lavoro giornalistico. ‘Statevi accorti, in campana’ questo dice questo potere politico a chi scrive sui giornali. Lo stato di salute della nostra democrazia è declinante e ammalato”.
L’intervento di Renzi nasce come risposta a questo intervento del suo ex portavoce, come spiegato da lui stesso: “Mi sarei risparmiato l’intervento se non avesse parlato il collega e amico Filippo Sensi, con il quale ho avuto l’alto onore di condividere responsabilità a Palazzo Chigi. Sentirlo evocare la legge bavaglio mi ha molto colpito, perché non impatta minimamente sulla libertà del giornalismo, ma impedisce il copia incolla degli atti giudiziari”, ha spiegato il senatore di Italia viva, che ha sostenuto la maggioranza insieme ad Azione, il cui esponente è stato promotore della legge. “Si può discutere se la legge funziona o no, io la ritengo giusta e doverosa moralmente, ma dallo scarso valore applicativo, ma sostenere che si violano le competenze del giornalismo è troppo”, ha proseguito Renzi.
Quel che l’ex premier recrimina al suo ex portavoce è di seguire pedissequamente, come Partito democratico, la narrazione del Fatto quotidiano, testata di cui si conoscono benissimo le idee e gli orientamenti. “Non fa onore alla vostra storia”, ha concluso Renzi, pungendo quello che ha definito “amico”.
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