Cultura, la carta vincente della cooperazione
Le tremila imprese cooperative che operano, con oltrre 30mila occupati, nel settore della cultura, della creatività e dell’informazione possono essere il battistrada per una nuova occupazione. E adesso che anche la legislazione italiana ha riconosciuto le Imprese culturali e creative (Icc), Legacoop chiede al governo informazioni e tempi dei decreti attuativi sulle Icc, per veder assicurati il completamento del quadro normativo e adeguate risorse economiche. Se ne è parlato a Roma, inella sede dell’Inapp, n una conferenza dal titolo “Impresa culturale e creativa ed economia sociale: nuove competenze integrate nelle strategie europee”. L’appuntamento è stato organizzato da CulTurMedia Legacoop, l’associazione di settore per la cultura, il turismo e la comunicazione, in collaborazione con Promo PA, la Fondazione di ricerca orientata ad operare nel campo dell’alta formazione e dei beni culturali.
«ÃƒË† importante che, dopo anni di attesa, nella legge sul Made in Italy siano previste norme sulle imprese culturali e creative, avviando un piano strategico di sviluppo. Peccato che restino ancora troppi nodi da sciogliere: i regolamenti attuativi di questa riforma sono in evidente ritardo e i 3 milioni assegnati al fondo di sostegno Icc sono risorse insufficienti – ha affermato Simone Gamberini, presidente di Legacoop Nazionale -. Il settore culturale, creativo e turistico della cooperazione italiana si propone come interlocutore chiave per il recentissimo Piano d’Azione lavoro e competenze della Commissione Europea, come ponte tra l’economia sociale e il settore culturale e creativo».
L’accoppiata tra economia cooperativa e cultura può sprigionare grandi opportunità, se ci saranno importanti investimenti nelle competenze delle persone: competenze tecnico-professionali, ma anche e soprattutto sociali e relazionali, quelle tipiche dell’economia sociale e cooperativa. «In un mondo del lavoro in rapida trasformazione, i valori della cooperazione e le competenze multidisciplinari ad essa connaturate, come la collaborazione e la non competizione, possono generare nuovi modelli di sviluppo più vicini ai principi dell’Agenda 2030 e promuovere uno sviluppo sostenibile e inclusivo», ha aggiunto Giovanna Barni, presidente di CulTurMedia Legacoop.
Per questo settore il momento storico è decisivo, con la chiusura dell’Anno Europeo delle Competenze e l’Action Plan della Commissione Europea, le norme del Parlamento Europeo sulle condizioni delle professioni artistiche, culturali e creative, le raccomandazioni sull’Economia sociale del Consiglio e, in Italia, il varo della legge sul Made in Italy che appunto riconosce le Icc.
All’incontro è stata presentata poi una ricerca, raccolta nel volume “Future skills. Multidisciplinarietà e cooperazione per i nuovi ambiti del lavoro culturale”, a cura di Giovanna Barni e Francesca Velani, prodotto da Legacoop, CulTurMedia e Promo PA Fondazione e pubblicato da Fondazione Barberini. L’indagine si è focalizzata sul tradurre i principali megatrend che impattano il lavoro culturale in ambiti potenziali di sviluppo e sulla definizione dei set di competenze per un posizionamento competitivo delle cooperative sui nuovi mercati. Tra i 10 ambiti che la ricerca identifica ne citiamo quattro, particolarmente significativi: il welfare
culturale, il nuovo abitare urbano e rurale, il turismo di comunità, i processi cosiddetti “creative driven”. Il prossimo passaggio di questo percorso sarà la costruzione di un vero e proprio ecosistema delle competenze culturali e cooperative e di un laboratorio strutturato e permanente di formazione, allestendo sinergie tra tutti gli interlocutori importanti come Inapp e PromoPA, le Università, gli esperti e gli addetti ai lavori, estendendosi alla rete europea della cooperazione.
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