Epico e spettacolare come “Game of Thrones”: su Disney+ c’è il nuovo “Shogun”. Anzi, la nuova Shogun

epico e spettacolare come “game of thrones”: su disney+ c’è il nuovo “shogun”. anzi, la nuova shogun

Epico e spettacolare come “Game of Thrones”: su Disney+ c’è il nuovo “Shogun”. Anzi, la nuova Shogun

Amore e guerra, onore e tradimenti, religione, storia e culture lontanissime, nello spazio e nel tempo. Sono solo alcuni degli affascinanti ingredienti di Shogun, serie tv disponibile su Disney+ dal 27 febbraio. Epica come, recentemente, solo Il trono di spade… Shogun: il trailer ufficiale della nuova serie tv disponibile da oggi 27 febbraio L’abbiamo visto in anteprima e, quello che vi diciamo subito, è che è davvero una serie da vedere. Anche se: avete già visto l’omonima miniserie Paramount del 1980, con Richard Chamberlain e Toshiro Mifune (“condensata” anche in un film) avete amato il romanzo omonimo dal quale entrambe sono state adattate. Shogun: il libro da cui è tratto e la saga asiatica Entrambe le serie sono tratte da Shogun, best seller del 1975 dello scrittore australiano James Clavell. Si tratta del terzo capitolo della Saga Asiatica (6 romanzi, pubblicati dal 1962 al 1993), quello più letto (oltre 15 milioni di copie vendute). L’autore è stato anche un famoso sceneggiatore hollywoodiano (La grande fuga con Steve McQueen, Tai-Pan) e regista (La scuola della violenza, con Sidney Poitier). Shogun, la serie in streaming su Disney+: quanti episodi sono e durata Una storia ambientata nel Giappone del 1600 e dalle molte anime, che si sviluppa nel corso dei 10 episodi (tutti di circa un’ora, tra i 50 e i 70 minuti) in cui è divisa la serie. Dopo i primi due episodi caricati il 27 febbraio alle 9 del mattino, i restanti 8 appariranno uno alla settimana. Sempre di martedì e fino al 23 aprile. Regista dei primi due episodi, disponibili da oggi 27 febbraio, è Jonathan van Tulleken (prossimamente anche regista della serie Blade Runner 2099) I titoli degli episodi-capitoli e quando escono Capitolo 1: Anjin, dal 27 febbraio Capitolo 2: Servi di due padroni, dal 27 febbraio Capitolo 3: Domani è domani, dal 5 marzo Capitolo 4: Il recinto a otto pareti, dal 12 marzo Capitolo 5:Ammaestrato al pugno, dal 19 marzo Capitolo 6: Le signore del mondo dei salici, dal 26 marzo Capitolo 7: Un bastoncino di tempo, dal 2 aprile Capitolo 8: L’abisso della vita, dal 9 aprile Capitolo 9: Cielo cremisi, dal 16 aprile Capitolo 10: Un sogno dentro un sogno, dal 23 aprile La Trama di Shogun: che storia racconta la nuova serie Disney+ ambientata nel Giappone del 1600 Dopo la morte dell’anziano Taiko, e data la giovane età del suo erede, nel Consiglio dei Reggenti si scatena una lotta intestina per il dominio del Giappone. Unico ostacolo ai piani del subdolo Ishido (Takehiro Hira) sembra essere il nobile Lord Yoshii Toranaga (Hiroyuki Sanada), ultimo discendente della dinastia dei Minowara, gli Shogun (generali). Intanto, una misteriosa nave europea si arena in un villaggio di pescatori. Il suo capitano, l’inglese John Blackthorne (Cosmo Jarvis), conosce segreti che potrebbero incrinare la credibilità dei preti gesuiti e dei mercanti portoghesi in Giappone. Blackthorne può aiutare Toranaga a ribaltare a suo vantaggio la situazione, prendendo il controllo a Kyoto (allora città principale). A fianco del ribelle, c’è Toda Mariko (Anna Sawai), nobildonna convertita al cristianesimo che lo shogun ha scelto come interprete ufficiale. La donna riceve l’ordine di seguire come un’ombra il riottoso straniero. Un intricato gioco di ombre: come finisce Shogun Ma anche lei nasconde un passato macchiato dal disonore e un presente altrettanto tormentato, al fianco di un marito che le è stato imposto dalla famiglia. E che mal sopporta la presenza del “barbaro”. Blackthorne diventa presto il centro di un’intreccio politico sempre più fitto. Dopo un primo tentativo di ucciderlo, Toranaga decide di proteggerlo nominandolo Hatamoto. “Il samurai occidentale”. Mentre il legame con la coraggiosa e fiera Mariko mette la lealtà e i principi di entrambi a dura prova. È solo l’inizio. Mentre la serie evolve, la situazione politico-militare si fa sempre più pericolosa per l’occidentale. E vengono alla luce nuovi personaggi. Il doppiogiochista vassallo del lord, il suo impulsivo figlio, il rancoroso fratello allontanato anni prima. Ma anche la vendicativa vedova del Taiko e le “dame del mondo dei salici”. È proprio la loro apparizione, nel sesto episodio, a regalare una delle scene più erotiche e intriganti dell’intera serie (preparatevi).  Che finisce in crescendo, anche grazie al solitario Toranaga, costretto a sopportare sacrifici sempre più dolorosi (soprattutto nel settimo e ottavo episodio). Tutto in vista dell’epica conclusione. Shogun: cast, personaggi e riferimenti storici La scelta vincente dello showrunner Justin Marks e della co-creatrice Rachel Kondo è stata quella di puntare sull’estremo rispetto della cultura e delle usanze nipponiche. E questo non si limita all’uso della lingua giapponese nella maggior parte dei dialoghi (anche nella versione doppiata e in quella sottotitolata). Shogun infatti è davvero un unicum nel panorama statunitense per la presenza di un cast giapponese così nutrito e di grande pregio. A partire da Hiroyuki Sanada interprete di Lord Yoshii Toranaga (costruito su Tokugawa Ieyasu, realmente esistito tra 1500 e 1600). Al suo fianco spiccano Anna Sawai (Toda Mariko) e l’ex Hogun di Thor Tadanobu Asano. Volto notissimo che dà vita all’ambiguo vassallo Kashigi Yabushige (nella realtà storica: Honda Masanobu). Figli, reggenti e concubine Kashigi Omi di Hiroto Kanai, Usami Fuji di Moeka Hoshi, il giovane figlio del Lord Yoshii Nagakado (Yuki Kura), e la cortigiana Kiku di Yuka Kouri hanno un peso relativo – ma mai irrilevante! – nell’intreccio. Notevole è invece Ishido Kazunari (l’ambizioso reggente di Takehiro Hira, basato su Ishida Mitsunari). Con lui: Toda Hiromatsu (il fidato generale di Toranaga, che Tokuma Nishioka ha ricostruito sulla figura di Hosokawa Fujitaka), Toda “Buntaro” Hirokatsu (eroe e marito geloso interpretato da Shinnosuke Abe e ispirato a Hosokawa Tadaoki). E Ochiba No Kata che vediamo apparire solo negli ultimi episodi, alla quale Fumi Nikaido dà un volto. Il personaggio si rifà alla Yodo-dono (o Yodogimi) realmente vissuta e morta a Osaka nel 1615, dopo esser stata la concubina preferita, e madre del suo unico figlio, di Toyotomi Hideyoshi. Il generale (shogun) che per primo unì il Giappone sotto un unico governo, facendolo uscire dal una lunga e violenta epoca feudale e di guerre civili. Il vero samurai occidentale: chi era William Adams La figura del capitano John Blackthorne è ispirata al Capitano inglese William Adams (1564-1620), la cui storia vera è stata parecchio romanzata nel romanzo di Clavell. Più fedele alla realtà storica, Shogun racconta il suo arrivo e il suo rapporto con i due shogun (è stato chiamato “samurai occidentale”). Grazie a lui, quando il Paese si richiuse all’Occidente (fino al 1800), alcune basi commerciali restarono aperte. Quelle dei Paesi Bassi: gli olandesi che lui rappresentava. Adams, sposato con una giapponese, non tornò mai più in Europa ed è sepolto a Nagasaki. Gli shogun segnarono la storia del Paese dalla fine del 1100 al 1868. Shōgun, la recensione del political drama storico Sebbene molti dei pregi di questo intrigante political drama storico siano gli stessi della sua antesignana del 1980, c’è qualcosa di molto moderno per cui vale davvero la pena seguire i 10 episodi. Tutto gira alla perfezione. Dalla ricchezza di caratterizzazioni alla scrittura, firmata da un team a maggioranza femminile (con Rachel Kondo, Emily Yoshida, Caillin Puente e Maegan Houang su tutti/e), che riesce a tenere in equilibrio tutta la serie fino alla fine. Impressionante il lavoro fatto sui personaggi e sull’intreccio. Non solo i principali e non solo i grandi momenti, ma ogni minimo ruolo e dettaglio è curato perfettamente. E questo nonostante la complessità/difficoltà di una Storia sconosciuta (e a tratti difficilmente comprensibile) a noi occidentali. Alla fine ogni episodio è “diversamente affascinante”: cruento e drammatico, sentimentale o “di raccordo” che sia. Per chiudere infine con la cura formale della fotografia, delle ambientazioni e dei costumi di una produzione capace davvero di rinfrescare il genere. Dallo schermo alla realtà: l’esperienza immersiva World of Shōgun Oltre all’esperienza televisiva, per vivere nel Giappone seicentesco con i Shogun, la serie diventa realtà l’1 e il 2 marzo, alla Casa degli Artisti di Milano (accesso gratuito dalle 10 alle 20, previa prenotazione, fino a esaurimento posti). World of Shogun è un vero e propio omaggio alla cultura e ai protagonisti di un’epoca ricca di fascino e tradizioni iconiche. Patrocinata dal Consolato Generale del Giappone, l’esperienza multisensoriale permette al pubblico di immergersi nelle atmosfere di un villaggio del Giappone medievale scoprendone la storia e le arti. Tutto con scenografie tridimensionali, contenuti video e performing arts dal vivo, opere d’arte originali che spaziano dalla fine del 1600 al periodo Meiji. Gli spettatori conosceranno i valori dei Samurai (Bushido), le arti legate alla scrittura (Shodo), alla musica, le cerimonie del tè nelle case del piacere (Okiya). Le manifestazioni del potere politico e dell’onore militare nelle diverse forme, dagli abiti, al cibo, all’architettura. Un percorso interattivo che farà scoprire la storia e le curiosità di questo periodo, arricchito dall’esposizione di oggetti, costumi originali e opere raramente esposte in precedenza e provenienti dalla collezione Mnemosyne, gallerie d’arte, collezioni private ed Enti istituzionali. Shogun: l’intervista alla protagonista Anna Sawai (Mariko) «Credo che il romanzo abbia fatto conoscere il Giappone al mondo e che la miniserie del 1980 abbia conquistato tutti. Ma come giapponese, penso che questa produzione sia più autentica e più accurata. E che finalmente la nostra cultura venga rappresentata senza cliché in una serie tv occidentale. Con interpreti come lei e un cast del genere non poteva essere altrimenti, per non parlare di un attore come Hiroyuki Sanada poi… Inizialmente ero molto preoccupata, perché non avevo mai fatto un film in costume e temevo che lui sarebbe stato molto severo. Invece è stato sorprendentemente gentile, caloroso e accogliente. Ogni volta che gli ponevo la più piccola questione, aveva almeno dieci risposte. Ho imparato veramente tanto da lui, dal suo esempio. Onestamente, non so come avrei interpretato Mariko senza il suo aiuto. Un personaggio centrale, dall’inizio alla fine: come l’ha costruito? Ero molto in soggezione, ma tutti mi hanno aiutato, ognuno col suo modo di raccontarne la storia. Quando la incontriamo la prima volta, indossa un uchikake bianco e grigiastro, ma è uno strato esterno, poi lentamente la vediamo sbocciare… Personalmente, l’ho fatta rivivere indossando il suo kimono e abituandomi al suo modo di fare. Oltre al bellissimo romanzo di Clavell, mi hanno aiutato le conversazioni con Justin, il nostro showrunner, e Rachel, Caillin o Hiro. E ho fatto ricerche su Hosokawa Garasha, figlia secondogenita del samurai Akechi Mitsuhide conosciuta come “la figlia del traditore”. Figura storica alla quale si ispira il personaggio di Mariko. Ci sono ancora donne che non possono parlare agli uomini Che conosciamo nobile e tormentata. Ma poi diventa sempre più forte e appassionata, leale eppure indipendente: insomma molto moderna. Quanto c’è di vero e quanto invece è un omaggio alle donne giapponesi contemporanee? Come detto, le basi del personaggio sono storiche. Abbiamo fatto in modo che la vita del personaggio fosse molto simile a quella della vera Hosokawa Garasha, e non posso spoilerare altro. Posso dire che, da donna giapponese, in lei vedo mia madre e mia nonna: le lotte che hanno affrontato. Anche se tutto oggi è più facile, c’è ancora molto da migliorare. In questo senso è molto reale. Ancora oggi ci sono donne in Giappone che non possono parlare con maschi che occupano certi ruoli, perché considerate “inferiori”. Era importante mostrare la nostra forza e la nostra realtà. La serie ha trovato un modo non aggressivo di far passare questo messaggio. È stata più pesante la fatica fisica o mentale legata all’entrare nel personaggio? La parte più difficile è stata sul piano mentale. Ricordo che verso la fine delle riprese cercavo in ogni modo di separarmi da Mariko. Nei fine settimana volevo divertirmi. Ma allo stesso tempo non volevo vedere nessuno. Volevo rinchiudermi nel mio appartamento, perché Mariko viveva in me. Avevo incubi simili a quelli che avrebbe potuto avere lei. Si stava “impossessando” del mio corpo… Ma alla fine mi ha lasciata andare…

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