Bomba ecologica a Marina: “La British pronta allo smaltimento”
“La British si è adoperata per assolvere allo smaltimento, predisponendo un apposito piano a proprie spese, cui però non ha potuto dare seguito concreto perché il porto turistico di Rapallo ha rifiutato di pagare le operazioni”. Sulla vicenda della barche irrimediabilmente danneggiate nel porto di Rapallo dalla mareggiata dell’ottobre 2018 e depositate in un’area di viale Zaccagna, interviene la British Shipways By Cantieri di Baia S.r.l., con sede in Giugliano in Campania, nel napoletano, che tramite il proprio legale, l’avvocato Ferdinando Romano del foro di Roma, precisa: “i relitti vennero recuperati dalle acque del Porto Turistico di Rapallo dalla società British a partire dal gennaio 2019 ed ubicati temporaneamente in attesa di smaltimento dalla British, anche nel sito di Carrara, interessato dall’ordinanza. Il recupero avvenne perché commissionato dal porto stesso, delegato anche dai proprietari delle imbarcazioni rovinate. A seguito del sequestro dell’area, per responsabilità che la British non nega, né ha negato pienamente in giudizio, lo smaltimento non ebbe luogo. A decorrere dal giugno 2021, dissequestrate le aree e i relitti e definito il procedimento penale trattato davanti al Tribunale di Genova, anche con condanna del porto turistico di Rapallo e di chi lo rappresentava nell’operare come committente della British, la British si è adoperata per assolvere allo smaltimento, predisponendo apposito piano a proprie spese, cui però non ha potuto dare seguito concreto perché il porto turistico di Rapallo ha rifiutato di pagare lo smaltimento, sia pur preventivato secondo il costo concordato nel 2019 e ha negato di voler continuare l’esecuzione dell’appalto, non mostrando (almeno non è dato saperlo) alcun interesse per il prosieguo delle attività originariamente commissionate.
Conseguenza ingiusta ed irragionevole è la responsabilità della British che, invero vorrebbe adempiere, e dei proprietari delle imbarcazioni che originariamente diedero assenso affinché il porto turistico si occupasse del recupero e dello smaltimento dei loro relitti. Non è dato sapere che lo scalo, nonostante l’ordinanza si sia adoperato per adempiere a proprie spese”. Al di là degli aspetti giudiziari, di competenza del tribunale, poiché si tratta di rifiuti classificati speciali, resta il problema dello smaltimento per la sicurezza della salute pubblica.
Maurizio Munda
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