Ass. palestinesi d’Italia, ‘grazie a Ghali per sue parole’
“Ha detto stop a tutte le guerre, ai respingimenti, stop alle ingiustizie, a quelli che dicono ‘aiutiamoli a casa loro’, ha detto stop stop stop”. Fabio Fazio si fa portavoce di un messaggio che Rich gli sussurra all’orecchio, Rich è l’alieno che accompagna Ghali a Che tempo che fa così come lo ha accompagnato sul palco dell’Ariston dove l’artista ha portato in gara Casa mia, riproposta nel programma sul Nove e preceduta da alcuni versi in arabo dal brano Bayna. Ghali è ospite del programma dopo il successo a Sanremo, quarto classificato, al momento 13 milioni di stream solo su Spotify, 7 milioni su YouTube. Reduce anche dalle polemiche seguite al suo appello dal palco del festival, quello “stop al genocidio” che a cascata ha provocato un terremoto in Rai con lo scontro tra la presidente Marinella Soldi e l’amministratore delegato Roberto Sergio che ha fatto leggere una nota di scuse durante la puntata di Domenica in immediatamente successiva alla conclusione del Festival.
“Incredibile che dire stop al massacro diventi una frase divisiva”, fa notare Fazio, “è strano – replica Ghali – ritrovarsi in un mondo così, uno fa una cosa per tutta la vita e a un certo punto sentiamo che non si può più fare. Per me è importante condividere, qualsiasi cosa deve essere condivisa, le ricchezze che abbiamo su questo pianeta non sarebbero tali se non fossero condivisibili, sono ricchezze solo se sono sono condivise, se tutti stanno bene”.
Fazio registra il cambiamento rispetto alla percezione che il pubblico ha di Ghali, “dopo questa canzone sei diventato una fonte autorevole, come sono i cantautori”, osserva il conduttore, e l’artista spiega che “da Saneremo sono successe tante cose, fa parte di un processo iniziato un anno fa, a un certo punto dopo il successo del 2016, i tour e la produzione di tanta musica ero annebbiato. Viene un momento in cui non hai più tempo di ragionare e inizi a rotolare, vai avanti per inerzia, finché non ho dovuto fare i conti con la mia vita personale: mia madre s’è ammalata, io sono dovuto andare dalla psicologa: ho affrontato la vita normale, mi sono staccato dalla musica, volevo smettere di rotolare, fermarmi e tornare alla mia essenza che sotto i riflettori, a un certo punto, avevo smarrito. Il successo che ho avuto in quegli anni era senza precedenti, non avevo le spalle larghe abbastanza per reggerlo”.
E a Fazio, che osserva come Ghali improvvisamente piaccia a tutti perché si percepisce la sua autenticità, l’artista spiega che “l’arte esiste per questo, è una valvola di sfogo, una stanza creativa di chi capisce che può trarre beneficio dalle proprie storture. L’arte – continua – è l’unico modo che abbiamo per trasformare il nostro dolore in una pietra preziosa. Un anno e mezzo fa mi sono fermato a ragionare su come tornare a fare qualcosa di straordinario: non è facile uscire dalla mediocrità, dalla superficialità, siamo in un momento in cui ce n’è tanta, ma accontentarmi non mi far star bene. Per fare qualcosa di straordinario dovevo tornare a essere puro, me stesso. Il successo ti toglie quell’innocenza”.
Cita, Fazio, l’intervista di Michele Serra pubblicata sul Venerdì di Repubblica, in particolare un passaggio sulla trap definita “una pagina bianca” in cui puoi immaginarti tutto: “La trap – aggiunge Ghali – ha la stessa funzione di quel che facevano un tempo i cantautori, riferivano il codice della strada, come De André che usava lo slang della strada, e degli ultimi. I giovani ci si ritrovano perché riconoscono il linguaggio della vita vera”. Poi, un passaggio sulle polemiche legate a un verso di Casa mia, “ma come fate a dire che qui è tutto normale / Per tracciare un confine con linee immaginarie bombardate un ospedale / Per un pezzo di terra o per un pezzo di pane”, passaggio che “ha destato scalpore” dice Fazio parlando del 7 ottobre, quando “c’è stata una tragedia infame, quello che Hamas ha fatto a quei giovani israeliani è stata una carneficina terribile, ma questa frase che ha scritto Ghali – spiega Fazio – è stata scritta ben prima, e sono cose che un artista in qualche modo ‘sente’”. “Se ascolti – aggiunge Ghali – nella canzone c’è scritto anche quello che poi è successo a Sanremo, e il giorno dopo”.
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