La battaglia sulle case popolari. Ma ci sono seimila alloggi sfitti
La battaglia sulle case popolari. Ma ci sono seimila alloggi sfitti
L’Emilia-Romagna si spacca sulle case popolari che sono 55 mila e più in regione, di cui il 77,4% assegnate a nuclei familiari italiani. I canoni di affitto partono da 70-80 euro al mese per arrivare fino a 350-400 euro a seconda della tipologia di alloggio, dei redditi degli assegnatari e del tipo di gestore. Una delibera della Giunta regionale che modifica in parte i criteri di resdenizialità storica ha scatenato la polemica. La crociata parte da Ferrara ma tocca tutta la regione. Il centrodestra dice che bengono penalizzati i cittadini italiani, a favore degli stranieri.
Secondo dati raccolti dal sindacato inquilini Sunia, in Emilia-Romagna sono ben 25mila le persone e le famiglie in attesa per vedersi assegnare una casa popolare a fronte di circa 6mila gli alloggi sfitti. ato che, per il segretario generale del Sunia, Valentino Minarelli, è “tendenzialmente in aumento”.
Gente in attesa e case sfitte: come è possibile? “La Regione Emilia-Romagna investe annualmente 10 milioni di euro per ristrutturare le case popolari lasciate vuote, che mediamente sono 2mila ogni anno – spiega Minarelli – ma le risorse non bastano. Servono infatti circa 18mila euro per ristrutturare ognuna di queste case. Mancano quindi all’appello circa 15milioni di euro ogni anno”. Fondi che al momento, però, il Governo non avrebbe in programma di investire. Una possibile soluzione per poter ripristinare gli appartamenti lasciati vuoti, però, potrebbe avvenire assegnando alcuni di questi appartamenti a canone sociale concordato.
A cura di Benedetta Dalla Rovere