L’ 2024 Paolo Fox, edito da Cairo, è già in libreria. In sedici anni, le previsioni annuali hanno collezionato milioni di copie vendute.
Paolo Fox, che anno sarà il 2024? «Un anno con Giove in Toro e Saturno nei Pesci, ovvero con pianeti che transitano in segni conservatori e consolidano la tendenza a rivalutare tradizioni e regole. E sarà un anno importane per l’amore, perché nella prima parte dell’anno Giove in Toro rappresenta la coppia più tradizionale, mentre da giugno, Giove in Gemelli favorisce una mentalità più aperta. In generale, è un anno dominato da un certo rigore che può anche limitare la fantasia e l’allegria».
I segni più fortunati in amore? «Nei primi sei mesi, i Pesci hanno eccezionali possibilità e un segno forte nella gestione di sentimenti, casa e famiglia è il Toro. L’Ariete, se non l’ha già fatto, potrebbe sposarsi».
I favoriti nel lavoro e negli affari? «Il Capricorno, avrà stelle importanti, soprattutto a maggio. Il Cancro va molto bene per tutto l’anno nel lavoro. Il Leone si libererà di molte preoccupazioni dall’estate in poi».
A chi, in generale, va meglio che nel 2023? «Ad Acquario, Scorpione e Vergine. Il primo, dopo un 2023 abbastanza pesante, recupererà da fine maggio sia nei sentimenti che nel lavoro, lo stesso vale per lo Scorpione, che ha avuto e avrà Giove in opposizione su questioni di soldi, case, bollette ma, fra estate e autunno, vivrà una rimonta. In risalita anche la Bilancia, che è stata male anche fisicamente, e si gioverà di un bel rilancio da primavera inoltrata».
Sagittario e Gemelli? «Sono quelli in cerca di un cambiamento in positivo e che nel corso dell’anno si liberanno da un peso».
Mi spiega come farebbe un pianeta a influire sulla nostra vita? «Non lo so, nessuno lo sa. Spero che un giorno lo scopriremo. Posso solo dire che funziona e che chi si accosta all’astrologia se ne accorge. Una volta mi fecero l’anestesia per fare una gastroscopia e quando mi risvegliai stavo facendo l’oroscopo a tutti i presenti. Ero arrivato al Leone e scoprii che avevo detto gli oroscopi veri: se non credessi a quello che faccio, sotto anestesia, avrei risposto a vanvera».
Lei è mai stato tradito dall’oroscopo? «Mai. L’unica volta che non gli ho dato retta mi diceva che era un periodo pessimo per gli acquisti, ma comprai lo stesso un’auto. Finì che gli altri mi venivano addosso ai semafori anche se stavo fermo: l’ho dovuta rivendere. E cerco di non farmi condizionare sull’amore e, infatti, ho preso delle fregature. Però, nelle mie previsioni, non dirò mai di fare o no qualcosa: l’astrologia indica una linea, ma è la persona che deve scegliere come agire».
Come entra l’astrologia nella sua vita? «Per caso, a 15 anni, pensando che fossero tutte balle. Ai tempi non c’erano i social né tante distrazioni, c’era ancora tempo per avere delle curiosità e io, al liceo, mi misi a leggere i profili dei segni zodiacali dei compagni di classe per vedere se corrispondevano al loro carattere. Nel marzo ’77, a 16 anni, feci il mio primo programma a TeleJolly. Era una di quelle tv private appena nate che non sapevano cosa mandare in onda e che davano Stanlio e Ollio da mattina a sera. Telefonai e chiesi se serviva un programma di astrologia. Mi presero subito. Trasmettevamo stando su una montagna proprio sotto l’antenna. Andavamo in onda da una baita senza riscaldamento, con le sciarpe e la condensa che usciva dalla bocca».
I suoi genitori come la presero? «Volevano che diventassi avvocato o bancario. Un giorno, mia madre telefonò a TeleJolly e disse: mio figlio deve studiare e basta, rimandatelo subito a casa!».
Quando ha cominciato a vivere di oroscopi? «Avevo vinto un concorso nell’amministrazione pubblica, avevo il classico posto fisso. Ma non ero fatto per quella vita, avevo bisogno di un’attività creativa. Intanto, avevo cominciato a fare oroscopi gratis per le radio e inventai un linguaggio nuovo: diretto, chiaro, che poi ha fatto scuola. Insomma, appena cominciai a essere pagato per gli oroscopi, mi licenziai. La svolta ci fu quando arrivai in Rai».
Da vent’anni è sui Raidue a Mezzogiorno in famiglia, poi fa l’oroscopo della settimana su DiPiù, quello del giorno su Corriere.it e su Radio LatteMiele e pubblica un libro ogni anno. Quante ore al giorno lavora un astrologo? «Il 70 per cento della mia vita è oroscopo, il 20 rapporti sociali, il 10 è per mangiare, lavarmi, vestirmi. Ogni giorno devo studiare 12 segni e scrivere in modo diverso per radio, tv e giornali: non puoi rivolgerti allo stesso modo alla casalinga o a chi lavora. Insomma, mi parte tutta la giornata e, per la Rai, sto via dalle 9 alle 13. Fra giugno e agosto, con la stagione tv ferma, mi prendo quelle quattro ore per scrivere il libro dell’oroscopo dell’anno successivo. Anche in ferie, non stacco mai. Probabilmente, se dovessi prendermi un mese libero, mi esaurirei».
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