Ricarica auto elettrica da fare comodamente sotto casa? Ciò si rende possibile grazie anche alle agevolazioni messe a punto dal Fisco, che consentono di realizzare impianti privati. Ma quando si fa parte di un condominio quali sono le regole da dover rispettare? Quante postazioni si possono andare ad installare e a quali vincoli sarà bene attenersi? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza a tal riguardo, tenendo d’occhio anche i costi.
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Ricarica auto elettriche cosa sono e come funzionano
Sempre più di frequente ormai vediamo nelle nostre città la presenza di colonnine di ricarica per le vetture elettriche. Ma di fatto come funzionano? Si tratta di apparecchi collegati alla rete energetica, volti all’alimentazione delle vetture elettriche. La loro presenza è più che normale nelle stazioni di servizio, lungo la rete stradale e n ei parcheggi pubblici o dei centri commerciali.
La loro diffusione è in continua crescita, andando di pari passo con lo sviluppo del mercato delle vetture elettriche. Stando ad un recente ricerca messa a punto lo scorso marzo 2023, ad oggi sarebbero presenti sul nostro territorio nazionale, ben 41.173 punti di ricarica e 22.107 colonnine.
Esteticamente gli erogatori elettrici si presentano essere molto simili alle pompe di benzina. Vi si trova infatti un cavo, un terminale con un’apposita spina da andare ad inserire nell’apposito alloggiamento al posto della pistola erogatrice del tradizionale carburante.
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Quando il condominio può dare il veto per l’installazione delle colonnine elettriche
Come stabilisce tra le altre cose l’”Art 1120 del Codice Civile“, le colonnine di ricarica dei mezzi elettrici possono venire tranquillamente installati negli spazi di pertinenza del condominio. Di certo non si potranno andare ad installare quelle strutture che vadano a pregiudicare il livello di sicurezza dello stabile stesso, o ne vadano ad intaccarne il decoro.
Nei condomini la quantità di colonnine di ricarica ammessa nelle parti comuni, in riferimento agli sgravi fiscali per l’anno 2024, non dovrà superare il totale delle unità immobiliari. Fino a 8 colonnine con limite di spesa massima consentita a 1.500 euro. Oltre le 8 postazioni, il limite di spesa massimo sarà fissato a 1.200 euro.
Inoltre si intende andare sempre a preservare l’utilizzo da parte dei condomini, di tutte le parti comuni dello stabile, senza intralcio alcuno. Ecco quindi che potrebbe scattare il veto da parte dell’Assemblea condominiale alla realizzazione di punti di ricarica per veicoli elettrici, nel momento in cui:
- si vada a limitare il godimento delle parti comuni, quali ad esempio i posteggi, o le aree verdi;
- si vada a compromettere la sicurezza o la stabilità strutturale dell’edificio;
- si vada a deturpare l’immagine dello stabile.
In ogni caso poi sarà tassativo andare a fare riferimento per le opere di realizzazione degli impianti per l’installazione delle colonnine, a ditte specializzate, e certificate.
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Come procedere se il Condominio nega il permesso per le colonnine di ricarica
Ma cosa si dovrà fare nel caso in cui l’Assemblea condominiale si vada ad esprimere con un tassativo no, all’istallazione delle colonnine di ricarica per vetture elettriche? In questo caso non tutto è perduto. Coloro che siano intenzionati all’istallazione delle stesse, potranno in ogni caso procedere ai lavori, sborsando autonomamente le somme necessarie all’installazione.
Tale regola va applicata anche nel caso in cui non si sia ricevuta alcuna risposta da parte del Condominio, dopo 3 mesi dall’istanza presentata regolarmente in forma scritta, a tal riguardo. Ecco quindi che a questo punto ogni condomino potrà esercitare il suo diritto di potersi servire degli spazi comuni, purché ciò non vada ad arredare danni o disagi agli altri .
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