Missili balistici russi su Odessa, incendio in città. Stoltenberg: “La Nato si allargherà ancora”
Raid russo su Odessa nella serata di ieri: violenti incendi scoppiano in tutta la città. Il Cremlino annuncia di aver fatto significative conquiste nel Donetsk in sole 24 ore. Ma a sud di Mosca viene colpita una raffineria di petrolio. Volodymyr Zelensky ha richiamato in patria i profughi in età di mobilitazione, ma la Lettonia rifiuta di rimandare i suoi a Kiev. Nuove sanzioni americane ai danni di aziende russe e cinesi implicate nella guerra. Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg: «In futuro ci saranno ulteriori allargamenti, lavoriamo per l’Ucraina». – foto | video
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FRONTI DI GUERRA – Potente attacco russo su Odessa nella serata di ieri: i missili balistici hanno provocato diversi incendi in tutta la città. Altre offensive nell’Ucraina orientale hanno portato alla morte di cinque persone e al ferimento di altre venti. Due delle vittime, padre e figlia, sono state uccise perché colpite da una bomba aerea sganciata sulla loro auto che viaggiava nella regione di Kharkiv. E il ministero della Difesa russo sostiene di aver inflitto pesanti perdite a Kiev: «A seguito degli scontri con il raggruppamento centrale delle forze armate russe, le forze armate ucraine hanno perso fino a 410 militari, un carro armato, un veicolo da combattimento di fanteria, un veicolo corazzato da combattimento e tre veicoli, oltre ad altre perdite militari. Il raggruppamento meridionale delle forze russe ha migliorato la sua posizione nella repubblica, mentre Kiev ha perso fino a 400 soldati. Anche il raggruppamento orientale ha migliorato le sue posizioni, mentre Kiev ha perso fino a 110 soldati». Mosca deve invece fare i conti con l’assalto alla raffineria di petrolio di Ryazan, a sud della capitale, ad opera di droni ucraini, come fanno sapere i servizi speciali di Zelensky.
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NO AL RIMPATRIO – Nei giorni scorsi il presidente ucraino aveva richiamato alle armi centinaia di migliaia di profughi, invitando i Paesi che li ospitano a farli rimpatriare. Ma deve incassare il no della prima ministra lettone, Evika Silina, la quale comunica che non eserciterà alcuna pressione per farli rientrare: «Si tratta di una questione prettamente politica». Già l’Estonia, prima della nuova legge, si era rifiutata di rimandare gli ucraini in età di leva nel loro Paese.
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LA NATO VERSO L’ALLARGAMENTO – Gli Stati Uniti non fermano la politica delle sanzioni. E ne annunciano di nuove contro aziende russe, ma anche cinesi, implicate nell’acquisto e nella produzione di armi: il Dipartimento del Tesoro Usa punta a colpire quasi 300 entità. Nel frattempo il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg getta benzina sul fuoco, sostenendo che nell’Alleanza «ci saranno altri allargamenti e stiamo lavorando duramente per far entrare l’Ucraina. Siamo tutti d’accordo sul fatto che l’Ucraina diventerà un alleato della Nato e abbiamo contribuito ad avvicinarla all’adesione come mai prima d’ora».
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e.m.