Caro bollette, padre sul lastrico per aiutare i suoi cari: il giudice cancella il debito
Rimini, 24 febbraio 2024 – La sua è una famiglia come tante. Lui lavora in un supermercato, lei in un ambulatorio privato. Due stipendi dignitosi. Un figlio. Una casa in affitto. Una famiglia “normale”, che deve fare attenzione a quanto spende ogni mese. Una famiglia “normale” sconvolta dagli imprevisti della vita, costretta a indebitarsi per pagare bollette, spese sanitarie e riuscire a campare. Fino a quando il ’peso’ dei debiti diventa insostenibile, e lui non riesce più a pagarle. Gli pignorano lo stipendio, ma lui non si arrende e si rivolge al tribunale per ristrutturare i debiti e mettere fine a quello che “era diventato un inferno”.
Un incubo simile a quello vissuto da tante altre famiglie riminesi, a cui ha messo fine il giudice Silvia Rossi, che ha accettato la proposta per la ristrutturazione del debito presentato nei giorni scorsi dall’uomo, un 54enne riminese.
Assistito dalle avvocate Fulvia Ventura e Francesca Fontanesi, l’uomo ha chiesto e ottenuto di saldare i suoi debiti versando tutto quello che è riuscito a racimolare: 2.262 euro di tasca propria più altri 15mila prestatigli dal padre. Ma il conto presentato dalla finanziaria che gli aveva prestato i soldi era molto più alto: quasi 59mila euro. Il giudice, lette le carte e i conti, ha accettato la sua proposta e cancellato i debiti rimanenti perché l’indebitamento “non è stato causato da malafede o dolo” o da una cattiva gestione dei conti di famiglia.
Il 54enne è finito sul lastrico per aver tentato – con vari prestiti – di sostenere le spese per la famiglia. “Se ho commesso un errore – allarga le braccia lui – è stato quello di non aver chiesto, da subito, un aiuto ai famigliari. Speravo di cavarmela da solo e purtroppo così non è stato”.
E se ha accettato ora di parlare della sua vicenda, dopo che il giudice gli ha cancellato buona parte dei debiti, è perché spera che la sua storia “possa essere di aiuto ad altri che come si trovano in queste situazioni. A loro dico: non ripetete i miei stessi errori e non cercate di fare da soli. Affidatevi a professionisti per tutelarvi e affrontare i momenti di crisi”.
I primi debiti per il 54enne sono cominciati poco dopo la nascita del figlio. “Abbiamo dovuto iscriverlo a un asilo privato, a 300 euro al mese, dopo che siamo rimasti esclusi da quello comunale al quale avevamo fatto domanda”. Nel 2015 alla suocera viene diagnosticato l’Alzheimer, e comincia così “un lungo e costoso percorso di cure”. Lui, che lavora come dipendente in un supermercato di Rimini, capisce che i soldi portati a casa con i due stipendi (il suo e quello della moglie) non bastano per far fronte alle spese per il figlio, per la casa e per la suocera.
E così, dopo aver ottenuto in passato alcuni piccoli finanziamenti dalla sua banca, nel 2017 chiede e ottiene un mutuo di 40mila euro. Sembrano sufficienti, ma le spese continuano ad aumentare e le rate da onorare anche. Nel 2020, in piena pandemia, l’ambulatorio dove la moglie di lui lavora chiude temporaneamente: la donna rimane senza stipendio diversi mesi, lui non riesce più a farcela e la finanziaria della banca finisce per pignorargli lo stipendio. “E nel frattempo arrivano anche le cartelle esattoriali per la tassa rifiuti non pagata. Ma io dovevo scegliere: o pagavo quella o provvedevo a sostenere la mia famiglia”.
Il 54enne non si arrende e presenta al tribunale un piano per ristrutturare il debito, assistito dalle avvocate Ventura e Fontanesi. Che dimostrano la sua buona fede e ottengono così dal giudice la cancellazione di una gran parte del debito. “Purtroppo seguiamo sempre più situazioni di questo genere – dicono le avvocate – È importante che la gente sappia che si può ricorrere a queste procedure, una vera chance di ripartenza per tutti coloro che, a causa del costo sempre più alto della vita o di circostanze sfortunate, si ritrovano gravemente indebitate e pensano di non avere vie di uscita”.
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