Commozione per Cioppi. L’addio domani a Loreto: “Voleva recitare fino all’ultimo”
Ha destato molta commozione in città la morte di Giancarlo Cioppi, ormai 75enne, deceduto l’altro pomeriggio in ospedale un’ora dopo che era uscito dalla camera operatoria per un problema ad un polmone. Oggi nella chiesa di Loreto alle 18 si terrà il rosario e domani, sempre a Loreto, si terranno i funerali con inizio alle 15. Una morte che ha destato impressione la sua anche perché in tanti lo hanno incontrato, salutato, scambiato anche qualche battuta fino a qualche giorno fa. Paolo Brualdi, uno dei più stretti amici di Giancarlo Cioppi, dice: “Giancarlo con il fratello Maurizio ed io con mio fratello Renato e rispettive mogli eravamo a cena insieme qualche giorno fa. Sapeva della malattia ma era uno che pensava positivo, pensava di farcela così come ce l’aveva fatta 21 anni quando ha avuto sempre a che fare con un male brutto. Un uomo di grande equilibrio, oltre che un bravissimo professionista”. Una vita molto trasversale perché oltre ad essere docente a Giurisprudenza a Urbino, era stato titolare di uno studio legale, ma per le tantissime persone che lo conoscevano era prima di tutto un uomo di sport ed anche un uomo che aveva dentro il sacro fuoco della recitazione.
“Fino all’ultimo minuto – ricorda Brualdi – ha sperato di poter recitare la parte di Titta in Amarcord di Fellini”. Il fuoco della recitazione tanto che aveva costituito assieme a Carlo Bosio, uno dei padri della commedia dell’arte, la compagnia “Il carro dei comici” che ha tenuto rappresentazioni in molte piazze e teatri non solo italiani ma anche all’estero. Come attore aveva anche partecipato con particine anche anche ad alcuni film prodotti da Gisleno Procaccini. Un personaggio Giancarlo Cioppi polidrico e che viene ricordato da tutti come una persona molto aperta, simpaticissimo, che non disdegnava fulminanti battute in dialetto. Persona talmente benvoluta che ieri l’allenatrice della palestra dove andava per tenenrsi in forma, ha saltato l’ora.
Poi lo sport che è nel Dna di questa famiglia tanto che il padre è stato un campione di boxe vincendo il guantone d’oro da dilettante.
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