Paolo Pininfarina, l’addio di Torino nella chiesa di San Massimo
(ANSA) – TORINO, 13 APR – Una Torino composta e riservata è quella che si è data appuntamento oggi nella centrale parrocchia di San Massimo per la cerimonia funebre di Paolo Pininfarina. La chiesa, ha sottolineato il parroco don Franco Manzo nell’omelia, non è stata mai così piena. Ci sono i famigliari, gli amici, esponenti delle istituzioni, del mondo dell’impresa e del design. C’è la madre Giorgia Gianolio, che con Paolo ha perso il secondo figlio dopo la morte improvvisa di Andrea in un incidente 16 anni fa, c’è la sorella Lorenza, ci sono la moglie Ilaria e i figli Greta, Giovanni, Iole, Tullio e Giulia.
Molti, come il governatore del Piemonte Alberto Cirio e il sindaco Stefano Lo Russo, avevano portato il loro saluto ieri alla camera ardente allestita nello stabilimento di Cambiano. Oggi in chiesa si vedono il patron di BasicNet Marco Boglione, il designer Giorgetto Giugiaro con il figlio Fabrizio. Il presidente dell’Unione industriale Giorgio Marsiaj, presente a Cambiano, è rappresentato dalla vice Giorgia Garola. Per le istituzioni ci sono la vicesindaca Michela Favaro, l’assessore regionale alle Attività produttive Andrea Tronzano, e il presidente della Camera di Commercio Dario Gallina.
La bara, in legno chiaro ricoperto da una cascata disordinata e folta di rose pallide, è circondata dai gonfaloni e dalle corone del Comune di Torino e della Regione Piemonte. Perché Pininfarina è parte della storia di questa terra. Agli eredi – i figli di Paolo ma anche quelli di Andrea – don Manzo ha raccomandato: “raccogliete il tesoro che i vostri antenati hanno costruito e rimanete uniti per difenderlo, perché non si debba più vedere l’eccezionale patrimonio industriale di Torino continuare a spappolarsi”. E rivolto alle autorità presenti, ha aggiunto: “adoperatevi per costruire un ambiente in cui i giovani possano trovare lavoro: Torino ha avuto una grande storia, dobbiamo riprenderne in mano i fili”.
Del Paolo Pininfarina più intimo parlano gli amici. Boglione ricorda quando da bambini andavano insieme in bici e giocavano in spiaggia, Giorgetto Giugiaro sottolinea come con la morte dei due fratelli non ci sia più un maschio nella famiglia per portare avanti “una tradizione che ha fatto grande il contesto piemontese e italiano, perché Pininfarina – ha detto – è stato il made in Italy che ha fatto esplodere in tutto il mondo la carrozzeria italiana”. (ANSA).
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