La seconda vita di Marta Cerliani: dai cantieri della Brianza a una carriera vista lago (di Como)

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Dalla vita frenetica in giro per cantieri a una carriera vista lago: oggi Marta Cerliani, 52enne di Cesano Maderno (in Brianza) lavora godendosi quotidianamente il panorama mozzafiato dall’imbarcadero di Gravedona ed Uniti, tra le cartoline più suggestive di quel ‘lake Como’ amato dai turisti di tutto il mondo, “e non potrei essere più felice, anche se mi resta poco tempo per correre”.

Prima che desse una svolta radicale alla propria storia professionale, la corsa per lei era una valvola di sfogo dallo stress: “Ero un’appassionata di maratone e ho partecipato a tutte quelle più importanti – racconta – L’ultima, preparata in occasione dei miei 50 anni, è stata quella di Chicago a ottobre del 2022. L’ho affrontata senza troppe aspettative, perché avevo avuto anche qualche piccolo problema muscolare. Invece mi sono classificata 81esima su 45mila iscritte, stabilendo il mio record personale”.

Lo sport rappresentava una fuga dai mille problemi che si manifestavano giorno dopo giorno sul lavoro: Marta è un’architetta – “ho cambiato vita, ma quella qualifica resterà mia per sempre, me la sono guadagnata” sottolinea con orgoglio – e gestiva il suo studio.

“Oltre a occuparmi della progettazione e della direzione dei lavori, ero la responsabile della sicurezza nei vari cantieri ed era soprattutto quella mansione a causarmi continui grattacapi – ricorda con un sospiro – Mi capitava di fare il giro di controllo e di tornare in ufficio solo per accorgermi di aver dimenticato qualcosa in cantiere: così ritornavo magari solo mezz’ora dopo essermene andata e scoprivo che qualche operaio adottava comportamenti pericolosi per la sua stessa incolumità, convinto che ormai per quel giorno non mi sarei più fatta vedere. Ero sempre in tensione”.

Fino a quando un giorno non ce l’ha fatta più: “Ho detto basta quando ho capito che la mia salute cominciava a risentirne, nonostante amassi molto la mia professione – spiega – Mi sono subito messa alla ricerca di un’alternativa. ‘Tu sei una maratoneta, assolutamente incapace di stare ferma’ mi ha subito detto mio marito Carlo. E aveva ragione”.

Per fortuna a Marta Cerliani è bastato pensare a una delle sue passioni più grandi per avere l’illuminazione e inventarsi una carriera tutta nuova: “Ho sempre amato cucinare, lo faccio fin da piccola. Per me non è solo una necessità, ma un autentico piacere. Mi piace moltissimo scoprire ingredienti poco noti e sperimentare piatti nuovi”.

Così nel 2017 è tornata sui banchi di scuola, iscrivendosi all’Accademia italiana chef di Milano: la classe per quell’anno, composta da 20 allievi, era già al completo, ma la sua determinazione era tale da convincere la direzione della scuola ad aggiungere per lei una 21esima postazione accanto a quella dello chef insegnante Claudio Olivieri, da cui Cerliani ha appreso i trucchi del mestiere.

“Nella mia classe c’erano anche ragazzini molto giovani, ma mi sono subito sentita a mio agio nonostante la differenza di età – sorride – Per lo stage, sono stata nelle cucine della Locanda dell’Erba Matta di Renate, in Brianza, dove ho trovato persone fantastiche da cui ho imparato moltissimo”.

Lì ha iniziato come addetta al taglio delle verdure e della frutta per la preparazione dei contorni e delle monoporzioni-dessert per poi vedersi assegnate mansioni via via più impegnative.

La sua crescita professionale è quindi proseguita da Orchidee del Lario, proprio a Gravedona: “Stavo facendo una passeggiata con mio marito e nostro figlio Giorgio, che oggi ha 21 anni ed è sempre stato un grande appassionato di botanica, tant’è vero che ha frequentato la Fondazione Minoprio per lavorare nel settore vivaistico – racconta ancora Cerliani – Abbiamo visto una bellissima serra di orchidee la cui ultima campata era stata trasformata in un bar-gelateria. Io e Giorgio ne siamo stati entrambi molto colpiti e abbiamo scambiato due parole con i titolari”.

Al termine di quella chiacchierata, madre e figlio erano decisamente soddisfatti: lui ha ottenuto uno stage presso la serra e lei un ingaggio per la preparazione degli stuzzichini da servire nel locale all’ora dell’aperitivo.

“La bella collaborazione con gli amici di Orchidee del Lario è proseguita fino ai primi di ottobre del 2022, quando ho deciso di provare a concretizzare il sogno di aprire un posto che fosse mio” spiega.

All’Accademia italiana chef – dove Marta si è diplomata il 30 maggio del 2022 con il massimo dei voti e il premio accademico attribuito agli allievi più meritevoli – ha conosciuto Anna Sette: “Lei è molto più giovane di me, quest’anno compirà 27 anni, ma ci siamo subito innamorate l’una dell’altra. Siamo in perfetta sintonia – prosegue Cerliani – È stato naturale pensare a lei come compagna di viaggio ideale per questa nuova avventura”.

Anna è pasticciera e Marta cuoca: dalla loro collaborazione è nato il 7.2 Bistrot, che ha aperto i battenti il 13 maggio 2023 ed è già diventato un punto di riferimento per i buongustai di Gravedona e dintorni.

“Il nome deriva dalla fusione delle nostre storie: il suo cognome è Sette e io sono nata nel 1972. Ecco spiegato il 7.2 – chiarisce – Dopo che lei ha concluso la scuola di specializzazione in cioccolateria a Belluno, ci siamo messe a cercare il posto perfetto e non a caso l’abbiamo trovato a Gravedona. Entrambe eravamo già legate al lago di Como: lei è originaria di Domaso e mio marito proprio lì possiede una casa, in cui mi sono stabilita da quando abbiamo aperto”.

Perché il bistrot ha comportato una radicale riorganizzazione della vita di tutta la famiglia: “Carlo, che è direttore commerciale di un’azienda, è rimasto a vivere a Cesano Maderno e mi raggiunge nel weekend, dando anche una mano a me e ad Anna nella gestione della contabilità del locale – prosegue Cerliani – Mio figlio invece viene qui un paio di volte alla settimana perché nel bistrot abbiamo inserito anche un piccolo angolo verde, in cui proponiamo ai clienti piantine e fiori da abbinare ai nostri piccoli pensieri dolci e salati per fare dei regali più eleganti e originali. Giorgio innaffia le piante, le cura e ci rifornisce costantemente rimpiazzando quelle vendute”.

Invece lo studio di architettura è stato affidato “a un collega che conosco da sempre. Gli ho passato i miei clienti e mi chiama di tanto in tanto per ricevere qualche consiglio – conclude Marta Cerliani – Continuo a lavorare duramente, ma sono molto più serena di prima. E quando sono stanca, posso sempre andare a correre: adesso riesco a farlo solo un paio di volte a settimana, però il panorama è impagabile”.