Suicida su Tik Tok, il padre chiede le chat
Vincent Plicchi non c’è più, suicida ad appena 23 anni in diretta su Tik Tok. Chi lo ha amato però non smette di battersi per avere giustizia per la sua vita spezzata.
Ieri, davanti al tribunale civile, il padre di Vincent, Matteo, con l’avvocato Daniele Benfenati, ha chiesto che si ordini al social cinese di riaprire l’account del figlio, che in quel mondo virtuale era diventato una piccola star facendo video in cui si travestiva da Inquisitor Ghost, personaggio dei videogame. Plicchi senior chiede anche gli siano fornite le chat dell’ultimo periodo di vita del figlio, perché sospetta che dietro al gesto del ragazzo si celi il cyberbullismo. Il tribunale si è riservato di decidere nei prossimi giorni; dal canto loro, i legali di Tik Tok (studio Baker McKenzie di Milano) hanno chiarito che se da un lato il social potrebbe acconsentire a riaprire il profilo, dall’altro non accetterà di dare le chat, per privacy degli altri utenti.
“Il profilo di Vincent è stato congelato, come se fosse lui il colpevole, invece è la vittima – si sfoga il padre – . Al contrario, il suo carnefice e altri di quelli che lo hanno insultato sono online”.
Plicchi, che si è tolto la vita durante un video in diretta con i suoi 300mila followers il 10 ottobre scorso, mentre era solo nel suo appartamento in centro, secondo le ricostruzioni avrebbe commesso il gesto perché travolto dalla macchina del fango a seguito di una ’trappola’. Aveva infatti conosciuto una ragazza online, con cui si era scambiato messaggi dopo che lei gli aveva detto di essere maggiorenne. In realtà lei aveva 17 anni e, con un complice più grande, avrebbe appositamente teso un tranello al ragazzo, per poi pubblicare le loro chat e accusarlo di pedofilia. Scatenando tutta la cattiveria dei social contro di lui. Ora, il padre spera di ottenere informazioni utili per valutare una denuncia contro i responsabili del cyberbullismo. “Ci interessano le chat di un periodo preciso, quello in cui ha ricevuto minacce e insulti: ci eravamo accorti che il suo umore era cambiato”, dice Matteo Plicchi. Inoltre, “i suoi followers chiedono di riaprire il suo account in sua memoria, invece è stato bannato” poiché Tik Tok “è preoccupato della diffusione del live di quella sera, dove peraltro si vede solo il sottoscritto che rompe una finestra ed entra in casa”, prosegue.
Sulla vicenda, la Procura aveva aperto un fascicolo senza indagati né ipotesi di reato, rimasto però senza esito. “Il cellulare di Vincent ci è stato restituito senza essere stato neppure acceso”, racconta l’avvocato Benfenati, che aggiunge che un consulente di parte, tecnico informatico, è stato incaricato di analizzarne i contenuti. “Abbiamo trovato elementi che potrebbero essere utili, comprese un paio di chat di Tik Tok: ma sono pochissime, ci servirebbero anche le altre per avere un quadro chiaro”. E valutare l’esposto.
f. o.
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