COLOMBIA-GALLEON/
La Colombia ha ufficialmente annunciato che avvierà, in aprile, l’estrazione del tesoro ancora custodito nei fondali dal mitico galeone spagnolo “San José”, affondato nel 1708 dalla flotta inglese nei pressi delle isole del Rosario, al largo di Cartagena des Indias nel Nord-ovest del Paese latinoamericano.
Il valore del tesoro in oro, pietre (in particolare smeraldi) e oggetti preziosi, racchiuso nel relitto di uno dei vascelli più grandi dell’epoca è stimato nell’ordine dei miliardi di euro. Nel pieno della guerra per la successione al trono iberico, che coinvolgeva tutte le grandi potenze europee (1701-1714), la nave trasportava il suo carico di metalli e minerali pregati estratti nelle colonie verso la corte di re Filippo V, quando, nella notte del 7 giugno 1708, fu affondata dai britannici. Soltanto pochissimi dei membri dell’equipaggio sopravvissero.
Sette anni dopo il ritrovamento del relitto, il governo di Bogotà ha annunciato l’intento di cominciare a recuperare gli oggetti in ceramica visibili attorno ai resti del galeone, a cominciare dai numerosi pezzi di ceramica, “senza modificare o danneggiare il relitto”, come ha spiegato il ministro colombano della Cultura, Juan David Correa. L’idea è di cominciare a “vedere come reagiscono questi corpi, una volta che vengono fatti riemergere e portati fuori dall’acqua, e poi comportarsi di conseguenza, ha spiegato il ministro, che in questi giorni si trova sulla nave della marina militare Caribe, che sarà la base dell’operazione.
Non è ancora chiaro se in questa fase, saranno già estratti oggetti e pietre di valore. I lavori, il cui costo è previsto superiore ai 4 miliardi di euro, saranno realizzati con l’indispensabile contributo di un robot in grado di operare alla pressione di 60 atmosfere, quante se ne trovano a 600 metri di profondità, nel punto in cui è adagiato il relitto: uno strumento acquistato dal governo di Bogotà nel 2021, e che può sostenere profondità fino ai 1.500 metri. Inutile sottolineare che il punto in cui si trovano i resti del San José è tenuto segretissimo, per proteggerlo da pirati e cacciatori di tesori, visto che – stando alle fonti storiche – si tratta di uno dei più grandi tesori e in generale dei massimi ritrovamenti archeologici di sempre. Unica “traccia”, fino a questo momento, le foto dei fondali qui pubblicate, divulgate dalla marina colombiana nel 2022, alla fine di quattro campagne di osservazione e studio: si scorgono cannoni in ghisa, pezzi di stoviglie di porcellana, vasellame, pezzi apparentemente d’oro e una parte della prua, ricoperta di alghe e conchiglie.
Ritrovata nel 2015 dalle forze navali colombiane, la San José è inevitabilmente diventata oggetto di contesa internazionale. La Spagna ne ha rivendicato la proprietà, sulla base di una convenzione dell’Unesco; un gruppo di nativi colombiani a sua volta ha ricordato che i tesori contenuti nel relitto erano stati prelevati dalle terre dei loro antenati.
Il governo del presidente Gustavo Petro, al potere in Colombia dal 2022, vuole utilizzare le sole risorse del paese per recuperare il relitto e garantire che il suo prezioso carico rimanga nel paese. Ma l’ambasciatore spagnolo in Colombia, Joaquin de Aristegui, ha dichiarato giovedì di aver ricevuto istruzioni di proporre alla Colombia un “accordo bilaterale” sulla protezione del relitto, senza però fornire ulteriori dettagli. Da giovedì partecipa con rappresentanti del popolo indigeno boliviano ed esperti ad un simposio sulle future operazioni di estrazione. Il ministro Correa, da parte sua, ha assicurato che i popoli indigeni della Bolivia si sono detti “pronti a collaborare” con il governo colombiano in questa questione. L’idea è “smettere di considerarlo un tesoro per il quale dobbiamo lottare come se fossimo in epoca coloniale”, ha sottolineato.
L’annuncio dell’imminente spedizione coincide però con una nuova controversia, una disputa tra lo Stato colombiano e la società americana Sea Search Armada, con sede negli Stati Uniti, davanti alla Corte permanente di arbitrato delle Nazioni Unite. La società, che afferma di aver scoperto per prima l’antica nave, più di 40 anni fa, rivendica i diritti sulla metà del tesoro, il cui valore totale è stimato in questo procedimento a 20 miliardi di dollari. Secondo quando si crede, nel relitto sarebbero racchiuse 11 milioni di monete d’oro, oltre appunto a smeraldi e altri oggetti preziosi estratti e lavorati nelle colonie spagnole.
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