Se non riuscite a «stare al passo» con gli impegni, potrebbe essere colpa della sindrome da distacco cognitivo

se non riuscite a «stare al passo» con gli impegni, potrebbe essere colpa della sindrome da distacco cognitivo

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Ci sono persone che hanno difficoltà a restare al passo con la velocità alla quale si susseguono gli avvenimenti, una condizione che può creare non poche difficoltà in vari ambiti, dalla socialità all’apprendimento. Ciò avviene soprattutto quando si supera una certa soglia, oltre la quale potrebbe configurarsi quella che oggi viene chiamata sindrome da distacco cognitivo (cognitive disengagement syndrome). Un disturbo che può manifestarsi in età giovanile e permanere anche in età adulta, caratterizzato da un distacco dell’attenzione rispetto al mondo circostante, con un conseguente sforzo cognitivo finalizzato a cercare di mantenere la capacità di processare la realtà.

Nebbia cognitiva

La persona appare spesso estraniata, poco mobile da un punto di vista fisico, impegnata in attività mentali di fantasticazione, e chi la osserva ha la sensazione che sia un po’ confusa, avvolta in una specie di nebbia cognitiva, ritirata o sonnolenta. È come se queste persone vivessero in un tempo loro che non riesce a seguire la corrente generale degli avvenimenti. Oggi, come indica il nome della sindrome, gli specialisti preferiscono però sottolineare gli aspetti di distacco cognitivo rispetto a quelli della differente percezione di scorrimento del tempo, tanto che è stato proposto di abbandonare del tutto il nome precedente: sindrome del tempo cognitivo lento (sluggish cognitive tempo). Il nuovo nome è stato proposto da un gruppo di studio, guidato da Stephen Becker dell’University of Cincinnati College of Medicine, che ha effettuato una revisione della letteratura scientifica sul tema, pubblicata sul Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry.

La relazione con l’Adhd

Esiste una relazione tra questa sindrome e il più noto disturbo da deficit di attenzione e iperattività (indicato con la sigla Adhd, dall’inglese Attention Deficit Hyperactivity Disorder), che in Italia colpisce circa il 2% dei bambini, specie maschi. Due terzi di loro si porteranno il disturbo anche in età adulta. Studi epidemiologici indicano che sintomi della sindrome da distacco cognitivo sono presenti tra il 25 e il 40% dei giovani che soffrono di Adhd, una percentuale che arriva al 46% per cento tra gli adulti con Adhd nella forma senza iperattività. Infatti, di Adhd esistono due forme, una con iperattività e irrequietezza psicomotoria e una senza.

I ragazzi che soffrono di questo disturbo hanno difficoltà a restare fermi, appaiono molto facilmente distraibili e quindi non riescono a concentrarsi a sufficienza sui compiti che devono eseguire. Tendono a distrarsi quando ascoltano qualcuno parlare e sembrano sempre impazienti, tutti sintomi che rendono difficili le attività di apprendimento. A questo quadro, nelle forme con iperattività possono aggiungersi irascibilità e , specie nei maschi, il che li rende problematici già al tempo della scuola.

La sindrome del tempo cognitivo lento

Il termine sindrome del tempo cognitivo lento era stato coniato negli anni Ottanta da uno studente dell’University of Georgia, per mettere l’accento proprio sugli aspetti di rallentamento cognitivo che mostravano questi ragazzi, però il suo utilizzo ha sollevato critiche da parte delle famiglie di chi veniva diagnosticato, perché quel termine «lento» , o «indolente» appariva denigratorio. Oggi la sindrome, con il nuovo nome che è stato proposto, continua a essere oggetto di studio e ricerche, però non fa parte dei disturbi catalogati nel Dsm-5, l’ultima versione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.

Spesso c’è un ritardo nelle comparsa del linguaggio

Le difficoltà di apprendimento sono una delle conseguenze più evidenti nei ragazzi che soffrono della sindrome da distacco cognitivo. «Due studi osservazionali di popolazione indicano che i bambini che soffrono di questa sindrome hanno una probabilità maggiore di ricevere una diagnosi di significativo ritardo della comparsa del linguaggio (11-19%), disabilità di lettura (6-14%), disabilità di scrittura (11%)» dicono gli autori della ricerca pubblicata sul Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry. Spesso i genitori riferiscono anche che questi bambini hanno problemi connessi al ritmo sogno veglia, con molta sonnolenza diurna. In età giovanile si manifesta anche un sonno di cattiva qualità, con sonnolenza diurna. Le performance scolastiche e accademiche di questi ragazzi tendono a essere al di sotto di quelle dei loro coetanei, soprattutto per quanto riguarda alcune materie, specie quelle che, come la matematica, richiedono un importante sforzo di concentrazione.

Le ipotesi sulle cause: predisposizione familiare e fattori ambientali

Alcuni studi su gemelli e loro familiari sembrano indicare che la sindrome da distacco cognitivo possa avere una base genetica ed essere quindi più facilmente riscontrabile all’interno di raggruppamenti familiari. Esistono però anche possibili cause o concause di tipo ambientale che potrebbero giocare un ruolo, come l’abuso di alcol o di fumo di sigaretta da parte della madre durante la gravidanza. Sono stati segnalati anche il possibile peso di importanti dei bambini, o di una carenza di assunzione di ferro. Ma sono essenzialmente ipotesi, che non hanno finora avuto conferme. «Si tratta di elementi che suggeriscono più che altro possibili direzioni di ricerca sulle cause di questo disturbo e sulle sue possibili associazioni» dicono gli autori dello studio. «Si tratta di risultati che aspettano di essere replicati, quindi c’è bisogno di continuare a lavorare nel settore della ricerca».

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