Sicurezza stradale a Modena, l’importanza di ridurre i limiti di velocitÃ
di Giorgia De Cupertinis
C’è chi mette in moto l’auto per andare a lavoro, per tornare a casa o per sbrigare alcune commissioni in giro per la città. Chi preme sull’acceleratore o chi, invece, preferisce pedalare o viaggiare a bordo di un autobus. Ma nel viavai che anima le strade modenesi, la sicurezza appare un nodo ancora difficile da districare, “su cui è ora imprescindibile intervenire, puntando soprattutto sulla riduzione dei limiti di velocità”.
Ne è certo Davide Paltrinieri – vicepresidente di Fiab e referente Modena 30 – che, proprio sul modello bolognese di una città ai trenta chilometri orari e su cui oggi tanto si discute, scorge invece una vera e propria occasione “per ripensare agli spazi urbani e viaggiare più tutelati”. L’impegno, quindi, non è salvaguardare soltanto ciclisti o pedoni, bensì “estendere un modello che possa realmente invertire la rotta in tema sicurezza” continua Paltrinieri. Sotto la Ghirlandina, in realtà, si contano già oltre 120 chilometri di strade comunali in cui è in vigore il limite dei 30 km/h, con l’impegno di estenderle ulteriormente, ma sempre sulla base delle specifiche situazioni di ogni strada. L’ideale però, secondo Paltrinieri “sarebbe invece allargare questo limite a tutte le strade residenziali e locali, escludendo le strade di scorrimento e farlo sistematicamente piuttosto che avere diverse zone sparpagliate e graduali, che potrebbero soltanto aumentare la confusione dei cittadini”. Il modello città 30 infatti “ha ben più di un beneficio, per chiunque percorra le strade – conferma –. Ricordiamoci che anche un automobolista, quando scende dall’auto, è un pedone. In strada dobbiamo essere tutti tutelati allo stesso modo: ridurre i limiti di velocità diminuisce i rischi, consente di avere più controllo – continua –. Alcuni lamentano i possibili problemi legati al traffico, ma in realtà i ritardi sarebbero minimi. E allora mi chiedo, perché aspettare? Abbiamo già perso troppo tempo: registriamo infatti più di mille incidenti, in un anno, soltanto nelle strade urbane. Quando abbiamo lanciato la petizione, infatti, in tanti erano d’accordo su questo provvedimento, da attuare in tempi rapidi”.
Ma non è finita qui. Tra i soggetti più a rischio nelle strade modenesi – e non solo – ci sono sempre più ciclisti. Un altro aspetto, questo, su cui il vicepresidente Fiab accende i riflettori. “Ci sono molte ciclabili in città, è vero, ma la maggior parte sono ciclopedonali, in comune con i pedoni. Inoltre – conclude Paltrinieri – tante sono disagevoli perché strette, piene di buche o di radici, hanno continue interruzioni, interferenze o scarsa visibilità in prossimità di un incrocio. Una città 30, anche sotto questo punto di vista, agevolerebbe la convivenza tra tutti gli utenti della strada”.
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