Ma quindi dovremmo preoccuparci dell'ossessione di teen e preadolescenti per la skincare?

C’è chi l’ha definito un’ossessione preoccupante, chi ancora un pericoloso strumento con cui le generazioni più giovani finiranno per rovinarsi la pelle e bruciare le tappe della crescita. Quando si parla di tween skincare — termine inglese usato per riferirsi ai bambini in fase pre-adolescenziale, quindi tra i 9 e i 12 anni — l’allarmismo prende spesso il sopravvento mettendo in secondo piano un aspetto essenziale della questione. E cioè che il fenomeno è un riflesso nitido delle trasformazioni che piattaforme iper-veloci come TikTok hanno portato nella nostra quotidianità e da cui le generazioni più giovani sono state letteralmente travolte. Se fino a qualche tempo fa, infatti, solo gli adulti si preoccupavano (e neanche troppo) di stratificare sieri e creme con lo scopo di rallentare il processo di invecchiamento e dare alla pelle quell’idratazione, compattezza e luminosità che il tempo man mano si porta via, l’imponente crescita di cui sono stati protagonisti i social in questi ultimi anni ha fatto sì che la skincare si intrufolasse con sempre maggior insistenza nelle routine quotidiane di ragazzi e bambini.

Dentro al fenomeno della tween skincare

A partire dai trend che propongono rituali di bellezza passando ai brevi video che millantano i portenti di uno o l’altro prodotto per il viso, generazioni come la alfa e la Z si sono trovate a dover convivere con questa realtà senza avere nessun tipo di bussola o manuale d’istruzioni, e lasciandosi così guidare da coetanei e ragazzi poco più grandi di loro nell’intricato mondo delle tendenze social.

Glamour, per esempio, ha raccontato di come negli Stati Uniti, in occasione delle feste natalizie, molte mamme avessero trovato in cima alle letterine per Babbo Natale delle loro figlie dei prodotti skincare. A volte specifiche referenze, altre ancora nomi di brand come Drunk Elephant o Huda Beauty, i cui loghi girano virali sui social e nei video di it-tween come le cugine North West e Penelope Scotland. Da qui, il caso dei #KidsAtSephora, ossia dei video pubblicati dai clienti degli store sui social per lamentare la presa d’assalto da parte dei più piccoli dei campioni di prova messi a disposizione, lasciati secondo le testimonianze in condizioni pessime.

La BBC ha approfondito la questione insieme a Denish Shah, professore di marketing presso il Robinson College of Business, che ha confermato l’aumento esponenziale del numero di acquisti skincare tanto nei negozi fisici che online da parte di un pubblico pre-adolescenziale. Ma questo non dipende esclusivamente dai ragazzi giovani influenzati dai trend. Come spiega Shah, l’impennata registrata dal settore della cura della persona, il cui valore mondiale si aggira oggi attorno ai 3 miliardi di dollari, ad avere un ruolo importante sono i brand stessi, che sfruttano i social media, e quindi le campagne marketing e le adv con influencer di riferimento per le generazioni più giovani, per raggiungere una fascia demografica più giovane e portare le vendite a numeri mai visti prima.

ma quindi dovremmo preoccuparci dell'ossessione di teen e preadolescenti per la skincare?

graphical user interface, text

Così, mentre il mercato si plasma seguendo gli interessi di un pubblico sempre più giovane, le ultime generazioni si muovono in uno spazio in cui la socialità è social e in cui l’ossessione per l’aspetto fisico ereditata dai mesi di pandemia condiziona comportamenti e salute mentale.

La Generazione Z, la Alfa e gli effetti dell’ossessione per l’aspetto esteriore

Secondo un’inchiesta pubblicata sulla sezione femminile del Daily Mail, la “Femail”, questa preoccupazione eccessiva per come si appare, e quindi l’introduzione di abitudini come la skincare precoce, il vaping, la medicina estetica e quindi filler e botox, nonché l’uso di make-up eccessivo sin da troppo giovani, ha contribuito ad accelerare i processi di invecchiamento cutaneo di chi questo boom lo sta vivendo in prima persona. A differenza dei Millennials, che invece sono cresciuti insieme ai social (e senza TikTok) e si sono costruiti routine di bellezza salutari e consapevoli, la sovraesposizione a tutti questi trend avrebbe generato nei nati dopo il ’97 una diffusione di pratiche sbagliate che, accumulandosi, modificano in peggio l’aspetto esteriore. Da qui l’idea diffusa sui social che, mentre i Millennials sembrano non invecchiare mai, una buona fetta di Generazione Z e Alfa mostra più anni di quanti non ne abbia realmente.

Come vivere i trend in modo consapevole

Come ha spiegato la Dottoressa Martina Ferrari a Cosmopolitan, in un mondo in cui fare skincare e partecipare ai trend è sinonimo di inclusione e solidarietà, partire dal presupposto che non si dovrebbe fare non solo è anacronistico, ma può generare nei ragazzi in fase di crescita disfunzioni importanti dal punto di vista psicologico e relazionale. Certo, questo non significa nemmeno lasciare che i trend prendano il sopravvento. Ciò che è necessario fare è piuttosto creare un’informazione sicura rispetto a quelle che possono essere le modalità di conciliare la giovane età, le esigenze della pelle in fascia pre-adolescenziale e il trend della skincare.

Questo significa comprendere quali sono i reali bisogni della pelle nella fascia compresa dalla tween age e, di conseguenza, individuare tra i prodotti che circolano sul web quelli che effettivamente possono essere usati dai bambini di 9-12 per fare skincare. Cosmopolitan ha deciso di fare chiarezza e ha indagato la questione insieme alla Dottoressa Ines Mordente, dermatologa di riferimento anche sui social, e Camilla D’Antonio, farmacista e co-fondatrice di MIAMO.

La tween skincare non è un male se fatta bene

Come ci spiega la Dott.ssa D’Antonio, «da un punto di vista tecnico, la skincare precoce può avere vantaggi e svantaggi. Sul lato positivo, insegnare ai bambini e adolescenti l’importanza dell’igiene e della cura personale può contribuire a instaurare buone abitudini di skincare che li accompagneranno nella vita adulta aumentando il benessere cutaneo. Tuttavia, è essenziale che questa pratica sia guidata da una consapevolezza dei prodotti utilizzati e delle esigenze specifiche della skincare in fase preadolescenziale». Infatti, specifica la Dott.ssa Mordente, la pelle si compone di tre strati principali — epidermide, derma e ipoderma (o strato sottocutaneo) — le cui proporzioni variano nel tempo. «Dalla nascita all’età di circa 6 anni la pelle è più sottile ed ha meno pigmenti rispetto a quella di un adulto. Le ghiandole sudoripare e sebacee sono meno attive e quindi il film idrolipidico ed il mantello acido protettivo sono più deboli. Dai 6 anni in poi, la struttura della pelle e le sue appendici sono completamente mature e corrispondono a quelle di un adulto, ma l’attività delle ghiandole sebacee non aumenta fino ai cambiamenti ormonali della pubertà, che avvengono a circa 12 anni. In questa fase il film idrolipidico è più debole, perciò l’uso di prodotti non idonei creerebbe facilmente infiammazioni della pelle ed inevitabili dermatiti con arrossamento, fissurazioni, microlacerazioni e rischio conseguente di infezioni».

I consigli per una skincare ad hoc

Prima della pubertà, dunque, la pelle non è ancora soggetta ai cambiamenti ormonali, eppure i bambini dai 8 ai 12 anni attraversano una fase cruciale di crescita e sviluppo, durante la quale «mantenere una routine di skincare adeguata può contribuire notevolmente al loro benessere psico-fisico e alla salute della pelle», dice D’Antonio. Per questo motivo, il consiglio della Dottoressa è di utilizzare prodotti delicati, specifici per pelli sensibili, formulati scegliendo ingredienti di prima qualità e con focus al mantenimento della barriera idrolipidica cutanea. Sbalzi di temperatura, il cambio stagione e lo stress atmosferico incidono più sulla pelle suscettibile della fascia di età adolescenziale generando una maggior secchezza e alterazione cutanea rispetto alla pelle matura. Perciò, in questa fase è importante affidarsi a prodotti detergenti con tensioattivi ultra-delicati e attivi lenitivi adatti alla pelle sensibile e all’utilizzo quotidiano anche dei più piccoli della famiglia.

ma quindi dovremmo preoccuparci dell'ossessione di teen e preadolescenti per la skincare?

Close-up of part of a child’s little face with focus on her eyes and nose.

Mordente suddivide le routine di skincare ideali prendendo proprio come riferimento i 12 anni, sottolineando così le diverse necessità della pelle nelle fasi tween e teen. Prima dei 12, il consiglio è di idratare molto per aumentare la capacità protettiva della pelle nei confronti degli agenti esterni. Dopodiché, e quindi in seguito ai primi cambi ormonali, la Dottoressa sottolinea l’importanza di rivolgersi a un dermatologo per iniziare dei buoni principi di beauty routine con prodotti che hanno, invece, un’azione maggiormente seboregolatrice e lenitiva. «La tendenza ad utilizzare trucchi e maschere viso in modo incontrollato in questa fase, magari su consiglio di una sorella, di una amica o di qualcuno sui social, potrebbe esporre la pelle a repentini cambi del PH e del microbioma cutaneo inducendo poi anche allo sviluppo di acne. Pensate che la causa più frequente di comparsa di acne in questa fascia di popolazione è legata proprio all’utilizzo di prodotti inadeguati». Non tutto ciò che diventa virale sui social, quindi, è adatto alla pelle di chi è ancora in fase di crescita. Un esempio sono sieri e maschere con proprietà esfolianti, così come formulazioni con concentrazioni di attivi elevate e rivolte a trattare specifiche condizioni cutanee.

ma quindi dovremmo preoccuparci dell'ossessione di teen e preadolescenti per la skincare?

Young woman having daily washing and cleaning skin routine

Anche Camilla D’Antonio sottolinea come un’applicazione impropria di prodotti e pratiche non adatte alle esigenze specifiche della pelle giovane possa compromettere il suo benessere a lungo termine. «In aggiunta, l’applicazione di principi attivi cosmetici con pronunciate proprietà terapiche sulla pelle molto giovane potrebbe indurre fenomeni di sensibilizzazione cutanea o manifestare reazioni dermatologiche. Anche l’uso regolare del trucco potrebbe influire negativamente sulla salute della pelle, specialmente se non seguito da una corretta routine di detergenza e idratazione».

La skincare precoce fa davvero invecchiare prima del tempo?

Se fatta bene e nel rispetto dei bisogni reali della pelle, non c’è motivo di cui preoccuparsi. L’importante, sottolinea Ines Mordente, è non dimenticare che la bellezza sta nei cambiamenti naturali che la cute attraversa. «Nascondersi dietro ad un trucco non cambia lo stato della pelle, specie se malato. Pertanto il curatevi, non nascondetevi e, soprattutto, per consigli di trucco e beauty affidatevi a un dermatologo, nonché vero specialista in termini di gestione della pelle». Un elemento da tenere in considerazione è sicuramente l’effetto che l’esposizione continua a dispositivi digitali e luce blu emessa dagli schermi può avere sulla salute della pelle. Come spiega D’Antonio, «questi possono contribuire a uno stress ossidativo e accelerare il processo naturale di invecchiamento della pelle». Per prevenire danni a lungo termine è quindi necessaria una gestione attenta e consapevole nella propria quotidianità. Come? Adottando routine bilanciate, personalizzate e orientate alle esigenze individuali della pelle attraverso prodotti sicuri e di alta qualità, essenziali per mitigare gli effetti negativi dei vari fattori ambientali e dello stile di vita moderno sulla pelle giovane.

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