“Se vuole aiutarci con il suo amico…”. La Meloni in Aula gela Renzi
Scintille tra Giorgia Meloni e Matteo Renzi durante il question-time in Senato. “Se ci racconta di avere la squadra migliore del mondo avrà un risveglio terribile”, attacca il leader di Italia Viva. Il caro benzina? “Grazie dell’assist, se vuole aiutarci con il suo amico Mohamed bin Salman ad abbassare il prezzo faccia da ponte”, replica il presidente del Consiglio.
“In questo momento, cara presidente del Consiglio, si trova di fronte a un racconto di sé stessa per cui lei sarebbe la povera Cenerentola. Ma lei non è né Cenerentola, né la Bella Addormentata nel bosco, né Biancaneve e i sette nani. È la presidente del Consiglio dei ministri che non ha fiducia nella sua squadra e che vede, mai come in questo momento, aumentare la benzina, il costo della vita e la qualità delle persone”, aveva detto Renzi. Meloni zittisce il leader di Italia Viva squadernando lo spread “ai minimi da molto tempo”, la “fiducia dei mercati”, e la “promozione di quattro agenzie di rating”. La Meloni non risparmia critiche neppure ai sindacati che hanno indetto una mobilitazione dei trasporti anche per il prossimo lunedì. Mentre “prima avevano una mobilitazione abbastanza contenuta. Ora fanno due scioperi generali ogni anno”, è l’accusa del premier.
L’unico momento di unità del Senato arriva quando gli applausi e la standing ovation in ricordo di Giulia Cecchettin. La Meloni, parlando della legge di Bilancio, mette l’accento sulle misure in favore dei figli, della natalità e delle donne lavoratrici, con la promessa di potenziare le risorse destinate a questa tematica. Il premier ribadisce, inoltre, l’intenzione del governo di rivedere la misura sulle pensioni “con particolare riferimento al tema degli operatori sanitari e, in ogni caso, faremo in modo che non subisca alcun tipo di penalizzazione chi accede alla pensione di vecchiaia e chi ha una elevata anzianità contributiva”. Il capogruppo dei Cinquestelle Stefano Patuanelli, invece, ricorda la telefonata fake messa in scena da due comici russi, ma la Meloni ribatte punto per punto e si dice “fiera” della coerenze delle sue posizioni in politica estera. Conferma, dunque, il sostegno a Kiev perché “nonostante sia consapevole della stanchezza dell’opinione pubblica credo che la responsabilità politica sia guidare la società e non rincorrerla. Aiutando l’Ucraina stiamo difendendo anche il nostro interesse nazionale”. Sull’alluvione in Romagna, la Meloni è nettissima nel sostenere che il governo abbia agito “guardando ai bisogni dei cittadini e non al colore politico”. E, infine, l’accordo sui migranti con l’Albania. “Non è la Germania nazista”, dice il premier rispondendo alle critiche delle opposizioni e garantendo che il Parlamento “non sarà esautorato” perché “sottoporremo in entrambi rami delle Camere un disegno di legge di ratifica”.
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