“In trasferta per un convegno”, ma svolgeva secondo lavoro: così pediatra-sindacalista ha intascato indebitamente 11mila euro
Se ne andava in giro per l’Italia per lavorare per conto di una Cooperativa dichiarando all’Asl salentina di essere impegnato in convegni e congressi per conto di una sigla sindacale della quale ricopriva l’incarico di referente per la provincia di Lecce. Un vero e proprio stratagemma come rilevato dai militari del Nucleo di Polizia Economica della Guardia di Finanza nel corso delle indagini che hanno consentito a Giuseppe Mele, pediatra di 61 anni, con studio a Melendugno e convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale, di intascare circa 11mila euro dall’Azienda sanitaria come indebita retribuzione delle ore di permesso per svolgere l’attività sindacale.
In realtà, questo medico si spostava nel nord Italia per svolgere la stessa attività per conto di una Cooperativa, specializzata nella vendita di protesi, in diverse strutture ospedaliere. E veniva regolarmente retribuito per svolgere questo secondo lavoro perché – hanno accertato i militari – emetteva regolare fattura.
Un andazzo andato avanti per due anni (dal 2018 al 2019) prima che qualcuno segnalasse l’anomalia facendo scattare un’inchiesta coordinata dal pm Massimiliano Carducci e sfociata con il rinvio a giudizio del pediatra con le accuse di truffa aggravata e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici. Accusa quest’ultima dettata dal fatto che il medico attestava posticce attestazioni con cui dichiarava di aver usufruito della sostituzione di un collega brindisino, peraltro neppure accreditato nell’Asl di competenza, e senza che comunicasse la propria condizione di incompatibilità per via del doppio lavoro come prevede l’Accordo Collettivo Nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici pediatri trattandosi di un’attività in conflitto con il Servizio Sanitario Nazionale.
Il processo si aprirà il 7 dicembre a seguito della decisione della giudice per l’udienza preliminare Giulia Proto di disporre l’approfondimento dibattimentale a carico del pediatra difeso dagli avvocati Giuseppe Corleto e Pietro Nicolardi. In aula sarà presente l’Asl costituitasi parte civile come riportato nell’atto perché “la condotta del Mele è risultata assolutamente illecita e perpetrata con il solo fine di assicurarsi somme di denaro, ai danni della Asl, che invece non gli spettavano”.
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