Il piano RePowerEU – Pannelli solari su tutti i tetti dEuropa: la ricetta di Bruxelles

Il piano RePowerEU – Pannelli solari su tutti i tetti dEuropa: la ricetta di Bruxelles

C’è un aspetto della transizione green, legato alla produzione di energia, che spesso viene sottovalutato: semplicemente prendendo in considerazione l’Italia, l’area di tetti disponibile all’inserimento di pannelli solari è pari a 763,53 km², 410 km² circa per gli edifici residenziali e il restante in edifici agricoli, industriali e commerciali. Anche ipotizzando che una certa percentuale sia inutilizzabile, per motivi architettonici, tecnici o estetici, si potrebbero produrre quasi 90 TWh/anno, circa il 30% del fabbisogno elettrico.

Un progetto ambizioso. In realtà, basterebbe molto meno: il piano REPowerEU dell’Unione Europea vuole promuovere la diffusione di energia pulita connettendo alla rete oltre 320 GW di solare fotovoltaico di nuova installazione entro il 2025, più del doppio rispetto ai livelli odierni, e quasi 600 GW entro il 2030. Obiettivi che però devono fare i conti, come ha evidenziato una relazione intitolata Rooftop Solar PV Comparison Report e prodotta dal Climate Action Network Europe (Can), con i limiti – soprattutto burocratici e normativi – che frenano l’enorme potenziale legato all’energia solare. La misura di quanto possa essere importante lo dà l’European Energy Bureau (Eeb), che sostiene che possa diventare la seconda fonte di elettricità più rilevante entro il 2030, sempre che si intervenga sui quadri normativi, ancora troppo differenti tra i vari Stati membri e con meccanismi di sostegno e incentivi incerti e contraddittori.

Un cambiamento necessario. Il messaggio di cui si fa portatrice Can Europe non si limita a sostenere un sistema fondato su cittadini e comunità energetiche capaci di autosostentarsi, ma prevede che l’intera rete elettrica del futuro sia pienamente integrata tra pubblico e privato. Un’analisi del Joint Research Center Europeo ha mostrato che nell’Unione Europea il fotovoltaico su tetto potrebbe potenzialmente produrre 680 TWh di elettricità solare all’anno (pari al 24,4% dei consumi basati sui livelli del 2016) e trasformare in realtà il progetto che vede una sempre maggiore integrazione tra edifici e veicoli elettrici. Non si può infatti pensare di disseminare i centri urbani di colonnine di ricarica sul suolo pubblico, peraltro sottraendo spazio agli ormai sempre più rari parcheggi né, tantomeno, costruire “cattedrali nel deserto” tappezzando le periferie di stazioni di rifornimento.

La situazione. La roadmap di Can passa attraverso almeno 5 milioni di nuove ristrutturazioni di edifici e almeno 5 milioni di nuovi pannelli solari residenziali. Già, ma come sono messi i vari Paesi europei? Il report ha messo in luce gravi mancanze in Bulgaria, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Portogallo, Romania, Spagna e Svezia in materia di fotovoltaico residenziale su tetto e, nel complesso, nessuno ha avuto buoni punteggi. Nel caso dell’Italia, una delle maggiori criticità è proprio la mancanza di una strategia integrata a livello nazionale, soprattutto per quanto riguarda gli edifici pubblici, mentre il risultato migliore rispetto agli altri 10 Paesi è quello relativo alle comunità energetiche. Si tratta di entità autonome da un punto di vista energetico, che possono essere composte da individui, organismi locali o Pmi: in Italia esistono da tre anni e potrebbero rappresentare il nostro asso nella manica per garantire un futuro elettrico sostenibile a 360 gradi.