Michael J. Fox ha spiazzato la platea dei The National Board of Review Awards con parole forti. Ecco cosa ha detto
Lo ha descritto come un autobus che ti prende in pieno. Forte. E ti trascina per chissà quanti chilometri. Però, ed è questo il cambio di prospettiva, ti fa fare anche tanta strada. Questo il senso delle parole di Michael J. Fox che hanno spiazzato la platea del National Board of Review di New York. Che ha premiato l’attore per il suo documentario Still: la storia di Michael J. Fox, uscito nel 2023 su Apple Tv+.
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Perché per Michael J. Fox il Parkinson è un dono
Su quel palco, il protagonista di Ritorno al futuro ha pronunciato frasi forti. «Il Parkinson è stato un dono. È stato un dono che continuo a ricevere», ha detto il 62enne. Che ormai ha vissuto più con la malattia, che gli è stata diagnosticata a 29 anni, che senza. «È stato un dono perché mi ha dato un pubblico a cui parlare di ciò che è possibile».
Che è quello che è avvenuto con il film firmato da Davis Guggenheim e che si è aggiudicato il premio per il Miglior Documentario. «Tendiamo a pensare ai documentari come a del giornalismo», a proseguito Michael J. Fox. Per poi rivolgersi al regista. «E lo sono. Ma sono anche cinema. E lui è un maestro. Mi ha ingannato facendomi dire cose che non avrei mai detto. E quindi ti ringrazio, fratello, sei un talento straordinario».
Di cosa parla “Still: la storia di Michael J. Fox”
Still racconta la carriera fulminante di Fox esamina nella Hollywood negli Anni 80, la scoperta della malattia e quanto questa abbia poi impattato sulla sua vita, professionale e personale. «Davis mi ha chiamato due o tre anni fa, dicendomi che aveva letto uno dei miei libri e che voleva quello che avevo io», ha detto Fox. Mentre da pochi passi di distanza Guggenheim commentava ridendo: «Stavo parlando dei tuoi soldi!».
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Insieme, si sono incontrati per una serie di chiacchierate. Dove hanno «parlato della vita, di ciò che vogliamo, di ciò che abbiamo, di ciò che abbiamo perso, di ciò che perderemo e di ciò che guadagneremo perdendolo». In questo senso «Il Parkinson è stato un dono».
«Volevo fare il cinemaР’В», ha proseguito Michael J. Fox. Р’В«E in qualche modo ГЁ successo. La cosa strana ГЁ che ГЁ sГ¬ successo questo, ma poi ГЁ successo il Parkinson. E in un certo senso, il Parkinson ГЁ molto piР“в„– prezioso e molto piР“в„– importante. Mi ha aperto gli occhi in modi che non mi aspettavoР’В».
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L’amore della moglie Tracy Pollan
Accanto a Michael, come sempre, c’era la moglie Tracy Pollan, compagna di vita da 35 anni. A lei è dedicato il premio. Perché come l’attore aveva già raccontato qualche mese fa, non era per nulla scontato che la loro storia sarebbe continuata dopo la diagnosi. «Mi aveva guardato dicendo: nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia. È stata in grado di farmi superare tutto questo, e di affrontarlo con me. E lo ha fatto per 35 anni».
«Sapevamo che lРІР‚в„ўautobus stava arrivando e sapevamo che avrebbe colpito, ma non sapevamo quanto fosse distante o a che velocitГ stesse andandoР’В», spiegava Fox allРІР‚в„ўepoca. Р’В«In qualsiasi momento le si sarebbe potuto perdonare se avesse detto: “Mi limito a scendere”. Ma non lРІР‚в„ўha mai fattoР’В».
La coppia in questi anni di matrimonio ha avuto 4 figli: Sam, 34 anni, le gemelle Aquinnah e Schuyler di 28, ed Esmé di 22.