Oggi la Giornata deIl’educazione (ma 600 milioni di ragazzi fuori dalle aule)
Istruzione come strumento per promuovere una pace duratura e lo sviluppo umano. È questo il tema scelto dall’Unesco per la sesta Giornata internazionale dell’educazione, che si celebra oggi in tutto il mondo. Una ricorrenza che cade proprio quando il pianeta è attraversato da una molteplicità di conflitti, che pregiudicano il diritto all’istruzione di milioni di bambini e ragazzi. Secondo l’Unicef, oltre 600 milioni di bambini in tutto il mondo «non riescono a raggiungere i livelli minimi di competenza in lettura e matematica, anche se due terzi di loro frequentano la scuola».
La guerra che cancella la scuola
Tra chi, invece, in classe non è più tornato, ci sono i 625mila studenti di Gaza che, dal 7 ottobre, «non hanno avuto accesso sicuro all’istruzione», ricorda l’Unicef. Che, tra le conseguenze della guerra in corso, inserisce anche «le 370 scuole della Striscia (il 75% del totale) danneggiate o distrutte con conseguenze per 432.571 studenti (52% ragazze) e 16.209 insegnanti. Circa il 90% degli edifici scolastici sono stati utilizzati come rifugi per sfollati interni o hanno subito danni, la cui gravità varia da lieve (128 scuole), moderata (110 scuole), grave (96 scuole) e distrutta (8 scuole)», conclude la nota dell’Unicef. Che sottolinea come anche la guerra in Ucraina abbia avuto gravi conseguenze sul sistema dell’istruzione, «con 3.798 strutture scolastiche danneggiate e 365 distrutte. È stato stimato – ricorda l’agenzia per l’infanzia dell’Onu – che l’istruzione di 5,3 milioni di bambini è interrotta». In Sudan, infine, con l’escalation del conflitto, la crisi dell’istruzione si aggrava, 19 milioni di bambini non sono ancora in grado di tornare a scuola.
L’Ue: «Consentire a ciascuno di sviluppare il proprio potenziale»
Proprio la consapevolezza che «l’istruzione e l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita sono essenziali per conseguire uno sviluppo giusto e sostenibile e contrastare le disuguaglianze attraverso il dialogo, la solidarietà, la comprensione reciproca e la cooperazione, una governance inclusiva, democratica e partecipativa e la parità di genere», si legge in una dichiarazione congiunta della Commissione europea e dell’Alto rappresentante-Vicepresidente, Josep Borrell, spinge le istituzioni comunitarie a ricordare che sono anche «fondamentali per proteggere, sostenere e costruire la pace».
Secondo i leader europei, inoltre, «per sfruttare appieno le ricadute positive dell’istruzione sono indispensabili l’equità e l’inclusione in sistemi di istruzione dotati di risorse adeguate al futuro, che consentano a ciascuno di realizzare il proprio potenziale. All’interno dell’Ue – assicurano – proseguiamo l’opera di costruzione dello spazio europeo dell’istruzione, che rappresenta la nostra visione comune a lungo termine per il settore dell’istruzione e della formazione. L’iniziativa, che riunisce i 27 Stati membri – conclude la nota – mira a creare sistemi universali di istruzione e formazione più resilienti, inclusivi e orientati al futuro, in una prospettiva di apprendimento lungo tutto l’arco della vita».
«Povertà educativa inaccettabile»
Obiettivo che, anche in Italia, non è, però, garantito a tutti. «Oggi chi vive in contesti di povertà o di arretratezza sociale, ha difficoltà ad accedere a un’offerta adeguata», ha ricordato il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, in occasione della presentazione del Rapporto 2023 dell’associazione Italiadecide, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Penso soprattutto ai minori – ha sottolineato Fontana – e ai fattori che incidono negativamente sulla loro crescita. Tutto ciò è inaccettabile, perché la povertà educativa indebolisce fortemente lo sviluppo e le prospettive delle nuove generazioni, alimentando fenomeni distorsivi che minano l’integrità sociale delle comunità. Un’adeguata educazione va garantita non solo alle giovani generazioni, ma anche a quanti rischiano di rimanere indietro – ha ricordato il Presidente della Camera –. Di qui la necessità di assicurare a tutti una formazione permanente, che consenta loro di accrescere e aggiornare le proprie conoscenze e competenze lungo tutto l’arco della vita. Auspico dunque che la politica investa con coraggio e determinazione sull’educazione e sulla formazione umana, culturale e civile dei giovani», ha concluso Fontana.
«Tragico legame tra povertà educativa e povertà alimentare»
Abbandono scolastico, scuole fatiscenti, dotazioni tecnologiche inadeguate, mancanza di mense in molte scuole, classi sovraffollate e programmi di studio obsolete, sottolinea Slow Food Italia, rappresentano però un freno allo sviluppo del Paese e generano nuove disuguaglianze. «C’è un tragico legame tra povertà educativa e povertà alimentare – ricorda la presidente Barbara Nappini -: ambedue indicano scarsità, sia quantitativa che qualitativa». E richiedono un lavoro educativo supplementare per riscoprire il «cibo come fatto sociale», sia a scuola che in casa. «Al cibo, come all’educazione bisogna voler bene – conclude Nappini. Nella Giornata internazionale dell’Educazione vogliamo ricordare che abbiamo tutti la responsabilità di dare alle nuove generazioni strumenti di autonomia, di critica, di visione ed elaborazione per disegnare un futuro migliore: il futuro di pace e bellezza che meritano».
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