Gli ultimi giorni di Hitler e il set in Russia: la scelta dietro il film

gli ultimi giorni di hitler e il set in russia: la scelta dietro il film

Diretto da Oliver Hirschbiegel e uscito in sala nel 2004 La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler è il film che va in onda questa sera alle 21.20 su Rai 3, La pellicola, che venne candidata agli Oscar di quell’anno come miglior film straniero, si basa su fatti realmente accaduti, sebbene all’interno de La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler ci sono anche molte scene romanzate per necessità narrative, se non proprio inventate. Il film è diventato famoso anche perché è stato oggetto di numerose parodie su Youtube, spesso di stampo calcistico, in cui lo scoppio d’ira di Hitler viene sottotitolato con dialoghi comici.

La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler, la trama

È il 20 aprile 1945 e l’aria intorno al Führerbunker trema a causa di un bombardamento effettuato dall’Armata Rossa, che si sta facendo largo fino a Berlino. Nonostante questo, però, Adolf Hitler (Bruno Ganz) si rifiuta di abbandonare il bunker in cui si sta nascondendo, tra lo sconcerto della sua segretaria (Alexandra Maria Lara) e l’incredulità di Himmler (Ulrich Noethen), che nel frattempo sta cercando di negoziare la resa alle spalle del Fuhrer. Quest’ultimo sembra incapace di accettare che il suo Terzo Reich sia a un passo dal crollo e comincia a negare la realtà, al punto da organizzare anche una festa all’interno del bunker insieme a Eva Braun (Juliana Kohler). Con una lentezza esasperante Hitler comincia a perdere la ragione, tra scatti d’ira e strategie militari insensate, mentre la paranoia lo spinge a guardare i suoi collaboratori con sospetto, convinto che tutti lo stiano tradendo in qualche modo. Ben presto tutti dovranno prendere una decisione difficile: se arrendersi al nemico e accettare di suicidarsi.

Ecco come è stato realizzato il film

Una delle sfide principali nella realizzazione di La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler era quella di costruire un Adolf Hitler cinematografico che non fosse una semplice macchietta, ma che avesse anche una sua certa accuratezza storica, per poter rendere il racconto il più verosimile possibile. Proprio per perseguire questo obiettivo, dunque, Bruno Ganz si è impegnato moltissimo nel ritratto del Fuherer. Ad esempio, come si legge su Coming Soon, l’attore studiò a lungo e in modo dettaglio i gesti, i movimenti e l’aspetto di numerosi pazienti affetti dal morbo di Parkinson, di modo da riuscire a interpretare la malattia senza farla diventare un tic o qualcosa di approssimativo, che avrebbe anche potuto urtare la sensibilità di quegli spettatori che avevano davvero a che fare con il morbo. Inoltre l’attore ebbe accesso alla registrazione, l’unica conosciuta e sopravvissuta al tempo, della conversazione che Adolf Hitler ebbe il 4 giugno 1942 con Gustav Mannerheim di Finlandia. che all’epoca era un’alleata tedesca contro l’Unione Sovietica. Adolf Hitler non sapeva che la sua partecipazione sarebbe stata registrata, dal momento che egli aveva vietato ogni registrazione o fotografie in momenti privati della sua vita, che non avevano a che fare con la propaganda. Per questo ad effettuare la registrazione, stando alla ricostruzione di IMDB, furono i servizi segreti finlandesi, che la fecero partire all’interno di un vagone ferroviario. Una registrazione rimasta “nascosta” fino al 1992, quando è stata scoperta e messa a disposizione di storici e scienziati. L’aspetto paradossale di La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler è che, mentre sullo schermo, ritrae la città di Berlino mentre viene lentamente invasa dall’Armata Russa, il film è stato effettivamente girato in Russia, e per la precisione a San Pietroburgo. La scelta era dovuta a due motivi principali. La prima, secondo il sito dell’Internet Movie Data Base, è che San Pietroburgo ha un architettura che può essere considerata simile a quella della Berlino degli anni Quaranta. La seconda è il fatto che, ancora oggi, a San Pietroburgo ci sono moltissime strade prive di pubblicità o elementi moderni, che la rendono una città sospesa nel tempo, che dunque è lo scenario perfetto per storie ambientate nel passato. Anche perché questo implicava costi minori per la produzione della pellicola, che non avrebbe dovuto “smantellare” la vera città per renderla fittizia. Va oltretutto considerato che La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler è soprattutto un cosiddetto film d’interni, ambientato dunque soprattutto nel bunker di Hitler. Quindi le “riprese russe”, in effetti, riguardano solo le scene girate all’esterno, che servono a ritrarre una Berlino presa d’assedio, proprio come il Fuhrer.

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