Salvini sul terzo mandato: “Se passa bene, altrimenti amen. Le mie preoccupazioni sono altre”
AGI – “Il terzo mandato se passa bene, altrimenti amen. Certo, dispiace, perchè se uno si trova un buon sindaco o un buon governatore, e di questi tempi non è facile, è giusto che si possa continuare a sceglierlo”: lo ha detto Matteo Salvini, segretario della Lega e vicepremier, parlando a Cagliari della tenuta della maggioranza dopo le divisioni emerse sull’emendamento leghista sul terzo mandato dei sindaci e dei presidenti di Regione. “Decide liberamente il Parlamento”, ha ribadito Salvini che da una settimana partecipa a una serie di appuntamenti elettorali in Sardegna a sostegno della candidatura di Paolo Truzzu alla presidenza della Regione Sardegna, alle elezioni di domenica 25 febbraio.
“Non c’è nessun alcun problema di maggioranza di Governo. Abbiamo altri quattro anni davanti per aiutare gli italiani a lavorare di più e a stare meglio. Sicuramente ci sono posizioni diverse anche all’interno del Pd, dove la si pensa in maniera diversa”. Ieri sera, intervistata da Bruno Vespa a ‘Porta a porta’, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha affermato di essere “favorevole al vincolo dei due mandati” per il premier, e ha aggiunto che “la cosa più sensata sia trovare una regola che vale per tutti”, per sindaci e governatori. “E’ democratico che se uno si trova un buon sindaco, un buon governatore – ha sottolineato Salvini – lo si possa riscegliere e rivotare ed è un errore, secondo me, dopo due mandati, pensionare bravi sindaci e bravi governatori. Noi parlamentari, ad esempio, non abbiamo limiti di mandati. Detto questo voterà il Parlamento e arriverà in Aula. Le mie preoccupazioni sono portare strade, autostrade e ferrovie in Sardegna e in Italia. Poi sui mandati deciderà il Parlamento”.
“Non metto piede in Russia da non so quanti anni e non ho mai fatto accordi commerciali con la Russia, a differenza di altri che hanno governato nel centrosinistra”, ha poi precisato Salvini, rispondendo a una domanda sulle intese stipulate in passato tra la Lega e il partito nazionale russo ‘Russia Unita’. “Una volta che è scoppiata la guerra, per quello che mi riguarda – ha puntualizzato Salvini -, chi invade, chi aggredisce, chi uccide, chi bombarda, chi semina morte, distruzione e odio non può avere a che fare con me”.
A chi gli chiedeva, a proposito del voto disgiunto alle elezioni regionali di domenica in Sardegna, se fosse più importante il voto alla Lega o al candidato alla presidenza della Regione per il centrodestra, Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia), Salvini ha risposto: “Queste sono fantasie di qualche quotidiano di sinistra, che ha l’attendibilità di Topolino”. La legge statutaria elettorale della Sardegna consente di votare un candidato presidente diverso da quello della lista per la quale s’intende esprimere la preferenza; dunque un elettore leghista potrebbe, in teoria, orientarsi su un candidato presidente diverso da quello designato dal centrodestra. E c’è chi ha ipotizzato che la Lega possa servirsi di questo meccanismo per uno ‘sgambetto’ a Truzzu, candidato fortemente voluto da FdI e appoggiato dalla premier Giorgia Meloni. “Per quel che mi riguarda – è stata la ssmentita di Salvini – chi vota la Lega, e conto che siano in tanti, sceglierà la Lega come partito e Paolo Truzzu come presidente”. Oggi i due si sono incontrati a Cagliari, a due giorni dall’appuntamento elettorale di domenica prossima.
Quanto alla richiesta di Carlo Calenda (Azione) che ha proposto una mozione di sfiducia contro di lui, Salvini ha ricordato che “sarà la quindicesima che la sinistra propone nei miei confronti in questi anni. Mi hanno anche mandato a processo. Ringrazio l’alto spirito di democrazia della sinistra italiana che vuole esportare democrazia nel mondo e poi manda a processo il ministro dell’Interno per aver mantenuto l’impegno preso con l’italiani, contrastando il traffico di esseri umani. Onestamente non mi interessa delle mozioni di sfiducia della sinistra, che in questo anno e mezzo non so neanche quante siano state. L’opposizione fa il suo mestiere – ha ribadito il vicepremier – ma io sono contento della responsabilità di governo che ci hanno dato”. “Se vanno avanti con le mozioni di sfiducia vuol dire che per loro va bene cosi'”, ha chiosato Salvini. “Non è un problema per me”.
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