Akio Toyoda
Le auto elettriche non riusciranno a dominare il mercato, motivo per il quale appare logico continuare a investire in motori termici, come i tradizionali propulsori alimentati a benzina e diesel, e in tipologie di alimentazioni alternative all’elettrico. Ne è convinto Akio Toyoda, presidente di Toyota Motor Company, che non perde occasione per ribadire il proprio scetticismo sul “tutto elettrico” verso il quale è proiettata l’industria automobilistica.
La sopravvivenza dei motori termici sarà garantita da clienti e mercato
Il numero uno della Casa giapponese ha affermato che Toyota continuerà a produrre motori prevedendo un futuro medio-lungo ancora roseo per le alimentazioni diverse dalle full electric: “Indipendentemente dai progressi delle elettriche, – afferma Toyoda – penso che queste ultime avranno una quota di mercato del 30%. Ciò lascia il restante 70% a vetture ibride, fuel cell o alimentate direttamente a idrogeno. Non ho dubbi che i veicoli a motore sopravviveranno. Questo non sarà deciso dalla regolamentazione o dal potere politico, ma dai clienti e dal mercato. Ecco perché Toyota, azienda che compete su scala globale, sta perseguendo un approccio multi percorso con una gamma completa di veicoli”.
I risvolti sull’occupazione della transizione elettriche che il Giappone vuole evitare
“Al G7 del 2023, il Giappone – spiega Toyoda – ha finalmente iniziato a sostenere un approccio multi percorso. Nei tre anni precedenti, sono stato l’unica persona nell’industria automobilistica a proporlo e ho subito un sacco di critiche. Combattere da soli è davvero difficile. Se passiamo improvvisamente alle elettriche, sono sicuro che i 5,5 milioni di dipendenti dell’industria automobilistica giapponese che hanno trascorso la loro vita a lavorare sui motori inizieranno a chiedersi: ‘A cosa serviva tutto questo?’. Per dare energia a queste persone e far loro sapere che possono contribuire alla neutralità carbonica, ho chiesto alla Toyota di intraprendere un nuovo progetto di motore, che credo l’ad Koji Sato annuncerà presto”.
L’Europa non è un esempio da seguire
“Il futuro – conclude il manager nipponico – è qualcosa che creiamo tutti insieme e non credo che sia possibile farlo con poche opzioni. Il Giappone ha il suo modo di fare le cose. Non credo che emulare l’Occidente sotto ogni aspetto sia davvero la risposta giusta. Se continuiamo a essere favoriti dal mercato e dai clienti, il futuro sarà sicuramente diverso”.
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