Città 30, dove in Emilia-Romagna: il punto della situazione
Bologna, 26 gennaio 2024 – Ormai da tempo stanno imperversando i dibattiti legati a “Città 30”, un progetto che mira ad abbassare il limite di velocità di diverse strade urbane di un determinato comune fino a 30 km/h. Bologna ha sperimentato per prima questo piano, ma si parla anche di altre città e comuni di provincia in cui si discute del progetto e della possibilità di aderirvi. A seguire, l’elenco dei comuni emiliani e romagnoli che hanno già attuato il progetto o potrebbero farlo nei prossimi mesi o anni.
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Bologna
Dallo scorso 16 gennaio, il capoluogo emiliano ha scelto di imporre il limite generalizzato di 30 km/h nella maggioranza delle strade cittadine. Coloro che non rispetteranno la normativa riceveranno multe che vanno da un minimo di 30 a un massimo di 845 euro. Bologna è stata la prima delle più importanti città italiane a diventare ufficialmente “Città 30” e a rendere attivo il piano, a seguito di un periodo di transizione durato 6 mesi. Il nuovo regolamento vale per tutte le strade cittadine dove sono presenti ospedali, scuole, case di cura, negozi, mercati, palchi e impianti sportivi.
Guerra di velocità. Il ministero stoppa Bologna. Zone 30 solo in alcune strade
Modena
Il 5 novembre 2023, 20 associazioni cittadine modenesi hanno lanciato la campagna “Modena 30”, movimento che chiede l’estensione del limite di 30 km/h in tutte le zone urbane e di quartiere della città. La campagna ha come principale scopo quello di sollecitare il comune a lanciare “Modena Città 30” entro il 2026, tentando di accelerare un processo già esistente che ha come possibile anno di scadenza il 2030.
Carpi
La campagna per trasformare nel corso di qualche anno Carpi in una “città 30” è nata nel luglio 2022, quando una decina di associazioni della cittadina si sono riunite con l’idea di chiedere all’Amministrazione comunale l’estensione dei limiti dei 30. Sull’esempio di varie città europee, la campagna a favore di “Carpi Città 30” si pone di stabilire il limite dei 30 in tutte le aree urbane ad eccezione delle strade principali, dove sarebbe comunque permessa una velocità massima di 50 km/h.
Reggio Emilia
La svolta risale al 15 maggio 2023, giorno in cui il comune di Reggio Emilia ha rilasciato il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS). Tra i temi discussi all’interno di esso c’è anche quello legato proprio all’attuazione di “Città 30”. “Il PUMS introduce il nuovo concetto di Città 30 – si legge nel comunicato dell’Amministrazione rilasciato quel giorno – che ha come idea quella di abbassare le velocità medie consentite nei centri abitati, restituendo lo spazio stradale a tutti gli utenti”.
Ferrara
Ormai da anni il comune emiliano è già dotato di diverse zone 30 all’interno del territorio urbano. Si è trattato per la prima volta del tema all’interno del PUMS rilasciato nel dicembre 2019. La campagna “Ferrara 30”, tuttavia, è nata nel gennaio 2024 con l’obiettivo di renderla una “Città 30” a tutto tondo, attraverso il lavoro delle associazioni e e la discussione pubblica. L’iniziativa della campagna è guidata da FIAB Ferrara.
Parma
Il sindaco di Parma, Michele Guerra, ha dichiarato che “entro il 2024 anche Parma diventerà Città 30. I motivi sono molteplici: più sicurezza, meno emissioni, meno rumore e un modo più sostenibile e consapevole di muoversi”. Nel maggio 2023 è stata istituita una zona 30, prevista dal PUMS, che comprende gran parte delle vie adiacenti al centro.
Riguardo gli altri capoluoghi di provincia dell’Emilia-Romagna, è da segnalare che Piacenza, Cesena e Ravenna, pur senza aderire pubblicamente al progetto e senza la presenza di campagne a favore di “Città 30”, possiedono già diversi km di zone 30 all’interno del comprensorio urbano. FIAB Ravenna ha, inoltre, dichiarato pubblicamente il proprio sostegno a “Bologna 30”. Rimini e Forlì, invece, sono le uniche due città della Regione ad avere rifiutato apertamente il piano, stando anche a quanto annunciato dai sindaci delle due.
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