Stavolta la sinistra non si indigna per l’onda di insulti alla Venier
Sì certo la solidarietà. La solidarietà è come la banana in quel film di Alberto Sordi e Monica Vitti: ma ndo vai se la solidarietà non ce l’hai? Se non usi il concetto di solidarietà almeno una volta in qualsiasi discorso/post/intervento allora non sei abbastanza alla moda. Però ormai si è capito che la solidarietà è cosa buona e giusta solo quando conviene. Solo quando non scomoda gli amici degli amici. Ed è così per tutti, donne comprese. Prendiamo il caso Mara Venier (nella foto). Da conduttrice di un programma Rai a Domenica In ha letto in diretta il comunicato del proprio amministratore delegato (chi non lo farebbe) e ha stretto i tempi delle interviste perché, casomai non si sapesse, in tv i tempi sono una ghigliottina e in quel momento i tempi erano strettissimi (io c’ero e lo confermo). In poche parole ha fatto il mestiere che sul manuale della televisione si indica come quello del «bravo conduttore». Però chissenefrega. È più comodo farla passare come censuratrice di Ghali o di Dargen D’Amico e massacrarla sui social. Oddio, che Mara Venier fosse una pericolosa fan della Meloni o di Nethanyahu si scopre soltanto adesso dopo decenni di carriera e di battaglie sociali di fianco anche a Gabriella Ferri, non proprio una estremista di destra. Ma non importa, i social non hanno memoria e conta solo il presente. Però, in questo presente, per il massacro social di Mara Venier non si è indignata nessuna delle signore dello spettacolo o dell’informazione tv che solitamente non perdono l’occasione di indignarsi. Nessuna Concita De Gregorio ha fiatato, anzi. Come si sa, l’indignazione è molto più conveniente se è a comando, se scatta soltanto per difendere i proprio followers, il proprio orticello amichettista. Solo Lilli Gruber si è schierata, ma soprattutto per attaccare la Rai della Meloni. Per il resto zero o quasi. Le solite tricoteuses non hanno fiatato, sia mai. Guai a dire che una signora non si insulta così, specialmente se ha fatto il proprio dovere e ancor più se rappresenta un tesoro della tv di Stato, oltre che un simbolo apolitico per tantissime donne. Meglio lasciarla sbranare senza fare una piega perché, come sembra ormai chiaro, la solidarietà è cieca ma la convenienza ci vede benissimo.
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