Quel ’Fuoco’ da spegnere
di Marina Santin
Herpes zoster questo (s)conosciuto. Lo dimostrano i risultati di un sondaggio globale, commissionato da GSK, che ha coinvolto 3.500 adulti provenienti da 12 paesi di età pari o superiore a 50 anni, la fascia più a rischio di sviluppo della malattia,
presentati in occasione della Shingles Awareness Week, settimana internazionale di sensibilizzazione sull’Herpes zoster (iniziata il 26 febbraio che dura fino a domenica 3 marzo), una campagna condotta da GSK in collaborazione con la Federazione Internazionale sull’Invecchiamento (IFA) con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza e affrontare la mancanza di conoscenze sui rischi e sull’impatto dell’Herpes zoster.
A preoccupare, il fatto che ancora pochi conoscono l’Herpes zoster o Fuoco di Sant’Antonio (in Italia 2 persone su 10 non sanno cosa sia), ma anche che si pensa possa insorgere a ogni età (40% degli intervistati), e che per 1 persona su 5 compare per contagio, sebbene solo il 10% degli intervistati consideri molto probabile svilupparlo nel corso della vita. Questo in Italia, ma in Europa non va meglio: 1 persona su 2 non sa di cosa si tratta e il 72% pensa sia contagioso. Ed è questo uno dei miti da sfatare.
L’Herpes zoster non può essere trasmesso, ma è causato da una riattivazione del virus varicella-zoster (VZV), che, già presente in stato dormiente nel sistema nervoso, può riattivarsi con l’avanzare dell’età. Da sfatare anche il fatto che si possa prendere da chi ha la varicella. Se una persona non ha mai avuto la varicella, potrebbe contrarla in seguito a contatto con un soggetto con Herpes zoster dormiente e potrebbe svilupparsi in presenza di una minore efficienza del sistema immunitario. Falso anche credere che non possa tornare, perchè è possibile svilupparlo più di una volta nella vita.
“L’Herpes zoster – spiega Sara De Grazia, Responsabile medico scientifico GSK area vaccini – è una malattia infettiva scatenata dalla riattivazione del virus che causa la varicella. Il 90% degli adulti l’ha già contratto, quindi è potenzialmente a rischio di sviluppare il Fuoco di Sant’Antonio. Occorre pertanto maggior
informazione sull’Herpes zoster, sulla Nevralgia post-erpetica che rappresenta la sua principale complicazione e sulle possibilità di prevenzione grazie alla vaccinazione. Oggi è a disposizione un vaccino che consente di prevenire questa patologia e per questo è importante che la popolazione adulta e in particolare i soggetti fragili e a rischio si rivolgano al proprio medico di fiducia per avere indicazioni su come riconoscere, comprendere e ridurre il rischio di sviluppare questa malattia debilitante”.
Il vaccino nel sondaggio viene considerato una valida modalità di prevenzione per il 62% degli intervistati, ma il 30% non ne conosce la disponibilità.
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