Harry a processo: «Cocaina, marijuana e funghi allucinogeni». A rischio il visto per restare negli Stati Uniti
Per il principe Harry l’autobiografia “Spare” potrebbe avere un effetto boomerang imprevisto. Con le sue rivelazioni non solo ha messo a repentaglio la sopravvivenza stessa della corona inglese, ma potrebbe anche dover pagare in prima persona per le sue parole. A rischio, la sua permanenza sul suolo americano, dove ormai vive con la moglie Meghan Markle e i due figli: nei giorni scorsi, a Washington, è cominciato il processo per stabilire se il Duca di Sussex sia entrato negli Stati Uniti illegalmente alla luce delle sue stesse ammissioni di consumo di sostanze stupefacenti.
Cocaina e marijuana
Il processo è stato avviato dalla Heritage Foundation, un think tank ultra-conservatore. La controversia, ricostruita dal Times, nasce dalle dichiarazioni di Harry, che nel suo libro ha ammesso di aver fatto uso di cocaina, marijuana e funghi allucinogeni. Secondo la Heritage Foundation, tali ammissioni avrebbero dovuto costituire un ostacolo legale all’ottenimento del visto americano, poiché le leggi degli Stati Uniti prevedono restrizioni specifiche sull’ingresso nel paese per chi ha fatto uso di droghe. La richiesta del think tank è quindi quella di rendere pubblici i documenti relativi al visto di Harry, sostenendo che il loro interesse pubblico è «immenso».
Le ipotesi
Gli avvocati del governo americano hanno cercato di minimizzare le rivelazioni contenute nel libro di Harry, suggerendo che potrebbero essere state «abbellite» per incrementare le vendite. «Questo è il suo libro, non ha mai negato niente di quello che c’è scritto, incluso l’esteso uso di droghe», la risposta della fondazione. La difesa ha inoltre avanzato l’ipotesi che il Principe potesse aver ricevuto un visto diplomatico, data la sua posizione di Duca di Sussex e suo status di membro della famiglia reale britannica, nonostante la Heritage Foundation abbia rigettato questa teoria come «assurda» e «anomala», considerando che Harry non è un «reale in servizio».
Le leggi sull’immigrazione
Al centro del dibattito giuridico vi è quindi una questione fondamentale: se Harry abbia effettivamente risposto in maniera veritiera alle domande per l’ottenimento del visto o se vi sia stata una certa tolleranza da parte delle autorità americane. Il processo a Washington non solo mette sotto i riflettori la vita privata di Harry ma apre anche un dibattito su come le leggi sull’immigrazione vengano applicate in casi di elevato interesse pubblico e mediatico. La decisione finale potrebbe avere implicazioni non solo per il Duca di Sussex ma anche per la politica di immigrazione americana, ponendo un precedente su come vengono gestite situazioni simili in futuro.
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