PEDOFILIA:AUMENTO DENUNCE,MAGGIORANZA REATI IN FAMIGLIA
CATANIA. Picchiato diverse volte dalla «zia» con un cavo nero della ricarica della bicicletta elettrica della madre che stava a guardare mentre l’altra lo puniva per la sua «disubbidienza». È il racconto fatto da un bimbo di 5 anni ai medici dell’ospedale Garibaldi Nesima di Catania e agli agenti della Squadra mobile della Questura, secondo la ricostruzione della Procura distrettuale che disposto il fermo le due donne, nigeriane con regolare permesso di soggiorno. La «zia», accusata di maltrattamenti e lesioni personali pluriaggravate insieme alla mamma del bambino, non avrebbe in realtà veri legami di parentela col piccolo, che è stato portato in ospedale dopo la segnalazione alla sala operativa della Questura da parte della dirigente della struttura scolastica che frequenta a Catania. I medici hanno riscontrato «presenza di numerose escoriazioni profonde a forma di ‘U’», da verosimili frustate. Rilevate anche «evidenti, numerose cicatrici e lesioni pregresse in via di risoluzione, diffuse sul tronco, arti superiori e inferiori, torace e addome». «Le lesioni più recenti – hanno certificato i medici – presentano invece croste sovrastanti ormai asciutte, con visibile cute rosea, di nuova formazione, sottostante». Medesime escoriazioni recenti sono state viste «a livello della zona mediale, delle cosce bilateralmente a livello delle spalle e delle braccia». Le indagini, coordinate dalla Procura distrettuale di Catania ed eseguite dalla sezione Reati contro la persona della Squadra mobile della Questura – si legge in una nota -, hanno permesso di acquisire gli elementi che dimostrerebbero come le due donne fermate sarebbero le responsabili dei maltrattamenti. Le investigazioni sono state avviate dopo la segnalazione alla sala operativa della Questura di Catania il 14 febbraio scorso da parte della dirigente scolastica di un istituto del capoluogo etneo che parlava di «bambino di anni 5 con evidenti frustate nella schiena e nelle gambe». Al piccolo è stata data una prognosi di 15 giorni. Mentre la «zia» seviziava il bambino la madre – si legge nella nota della procura – non faceva nulla «per evitarle, impedirle o per segnalarle ai preposti organi istituzionali al fine di scongiurarne ogni possibile reiterazione». Le due donne, dopo il fermo, sono state portate nella casa circondariale di Catania. Il gip, accogliendo la richiesta della Procura, ha convalidato il provvedimento applicato la misura cautelare della custodia in carcere.
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