Salto in lungo, cambia tutto. Niente più nulli, record a rischio?

La marcia del progresso è inesorabile anche negli sport più tradizionalisti come l’atletica leggera. La regina degli sport ha infatti deciso di cambiare le regole di una delle discipline più antiche, il salto in lungo, categoria dove i record sopravvivono spesso per decenni. I cambiamenti che si stanno sperimentando non sono nemmeno marginali: si tratta, infatti, di una vera e propria rivoluzione che spariglierà le carte di una delle discipline più affascinanti. Vediamo di cosa si tratta e come potranno approfittarne i due talentuosi azzurri, Mattia Furlani e Larissa Iapichino, che potrebbero dare grandi soddisfazioni ai tifosi italiani nei prossimi anni.

Niente più asse di battuta

La World Athletics si è decisa finalmente a modificare le regole del salto in lungo dopo che, ai mondiali di Budapest della scorsa estate, un salto su tre di quelli effettuati era risultato in un nullo. Una delle sfide più difficili, infatti, è sempre stata approfittare quanto più possibile della rincorsa, staccando quanto più vicino possibile al cosiddetto “asse di battuta” senza toccare la plastilina. In uno sport dove i centimetri fanno la differenza tra una medaglia o una delusione, staccare quanto più vicino al punto dal quale i giudici iniziano a misurare la distanza del salto era fondamentale. Il rischio, ovviamente, è di esagerare in un senso o nell’altro, risultando o in una misura mediocre se si stacca troppo presto o in un salto nullo se si superava anche di pochi millimetri l’asse di battuta.

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Furlani Europei Istanbul 2023

La federazione mondiale dell’atletica ha deciso di far scomparire del tutto l’asse, visto che la lunghezza del salto non sarà più misurata dal limite dell’area ma dal punto effettivo di stacco del piede da terra. Naturalmente ci saranno sempre dei limiti alla zona dalla quale bisognerà staccare il salto, ma si tratterà di una zona di battuta ben più ampia della stretta tavoletta sulla quale gli atleti si sono concentrati finora. La rivoluzione starà quindi nel non doversi più allenare allungando o accorciando il passo della rincorsa a seconda del vento o delle condizioni della pista, visto che i salti nulli potrebbero quasi sparire. Il lato tattico delle gare, nelle quali talvolta a vincere non era l’atleta più bravo ma quello mentalmente più forte, in grado di mettere una buona misura senza incappare in errori, diminuirà sensibilmente. Da ora in avanti ci si dovrà solo concentrare sulla meccanica del salto, provando a volare più lungo possibile.

Ogni salto conta

Il regolamento è al momento in fase di sperimentazione, visto che i cambiamenti nell’atletica sono visti con un certo sospetto, ma l’idea di base espressa dalla World Athletics sembra venire dai desideri delle televisioni e dei tifosi. Per favorire lo spettacolo o misure importanti, bisognerà fare in modo che ogni singolo salto conti. I puristi dello sport storceranno sicuramente il naso: buona parte dell’allenamento finora si è infatti concentrato sulla rincorsa e su come arrivare più vicini possibile all’asse, sfiorando ma non toccando la plastilina per guadagnare centimetri. L’amministratore delegato di World Athletics, Jon Ridgeon, si è detto sicuro che questo nuovo regolamento potrà aiutare molto la popolarità del lungo. “Stiamo cercando di lavorare sugli eventi che forse sono meno popolari. Come possiamo renderli più popolari, più entusiasmanti, più coinvolgenti? Agli ultimi Mondiali un terzo di tutti i salti erano non salti. Non funziona, è una perdita di tempo. Quindi stiamo testando una zona di battuta piuttosto che una tavola di battuta. Misureremo da dove l’atleta decolla a dove atterra nella sabbia”.

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Lewis Helsinki 1983

Le regole appena approvate saranno testate quest’anno in meeting minori per poi passare gradualmente alle gare più importanti dal 2026: l’obiettivo è di introdurli definitivamente alle Olimpiadi di Los Angeles del 2028. Ridgeon sembra sicuro che, grazie all’aiuto della tecnologia, sarà tutto più semplice, immediato e divertente per gli spettatori. “Si aggiunge al dramma della competizione. Allo stesso tempo, stiamo elaborando modi per ottenere risultati immediati in modo da non dover attendere dai 20 ai 30 secondi prima che il risultato venga visualizzato. Lo sapremo immediatamente. Si tratta di rendere quello che già abbiamo ancora più divertente per il futuro”. Qui sorge forse qualche dubbio sull’applicabilità dei nuovi regolamenti. Se nei meeting importanti sarà infatti semplice usare misuratori ottici laser, usarli nelle gare minori, giovanili o in paesi non particolarmente ricchi potrebbe essere complicato. Piaccia o non piaccia, l’evoluzione dello sport sembra andare sempre nella direzione del maggior spettacolo. Toccherà abituarsi.

Il record di Powell a rischio

Toccare il salto in lungo, una delle poche discipline presenti sia nell’antichità che nelle Olimpiadi dell’era moderna, fin da Atene 1896, sembrava impossibile ma, almeno a sentire World Athletics, questo cambiamento farà bene allo sport. “Non è possibile apportare cambiamenti in uno sport che è stato sostanzialmente inventato 150 anni fa senza qualche controversia ma pensiamo che valga la pena farlo. Non si tratta di una novità buona solo per il prossimo anno, ma di assicurarci di avere uno sport adatto allo scopo per altri 150 anni. Passeremo quest’anno a testarlo in circostanze di gara. Se non supera i test, non lo introdurremo mai. Non introdurremo cose per capriccio perché uno di noi pensa che sia una buona idea”. Il pensiero, ovviamente, va agli atleti, che vivranno una transizione difficile: chi si prepara a Parigi 2024 continuerà a farlo come al solito, ma dovrà allo stesso tempo adattarsi alle nuove regole, senza sapere quando saranno introdotte. Ridgeon ne è ben conscio: “Se hai dedicato la tua vita a colpire perfettamente quell’asse di battuta e poi all’improvviso la sostituiamo con una zona di battuta, capisco perfettamente che potrebbe esserci una resistenza iniziale. Ma finché si basa su buoni test e buoni dati, penso che alla fine funzionerà”.

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Iapichino Mondiali Eugene 2022

La preoccupazione dei tifosi italiani è molto più pratica: come riusciranno gli atleti azzurri di punta, a partire da Mattia Furlani, reduce dall’incredibile 8,34, miglior prestazione indoor dell’anno e nuovo record under 20 e Larissa Iapichino, che a Budapest è stata tradita proprio dai tanti nulli. Il romano e la fiorentina sono entrambi giovani (19 e 22 anni) e quindi avranno tempo di adattarsi ma il rischio che questo cambiamento arrivi proprio nel momento migliore della loro carriera è molto reale. C’è chi dice che queste nuove regole renderanno più semplice fare misure importanti, che togliere dall’equazione l’incubo del nullo garantirà di superare il record di Mike Powell, fatto segnare ai mondiali di Tokyo 1991. L’8,95 dello statunitense è tuttora imbattuto nonostante i passi avanti della tecnologia nelle scarpette e nelle piste. Per molti il bello del salto in lungo sta proprio nel fatto che l’8,90 fatto segnare dal grande Bob Beamon nel 1968 sia ancora un miraggio per gli atleti moderni. Questa rivoluzione porterà il lungo nel 21° secolo o spazzerà via l’alone di mito che da sempre circonda questa disciplina?

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