Assalto dei centri sociali, ecco i politici di sinistra in piazza coi violenti

assalto dei centri sociali, ecco i politici di sinistra in piazza coi violenti

Assalto dei centri sociali, ecco i politici di sinistra in piazza coi violenti

I centri sociali che hanno tentato di forzare il cordone di polizia, che li divideva dagli esponenti della Lega in presidio per la sicurezza, stanno tentando di tirare dalla propria parte l’opinione pubblica contro la polizia. Il presidio della Lega, organizzato da Vanessa Ragazzoni, consigliere in Municipio 2 della Lega, era volto a denunciare il degrado e l’insicurezza di via Padova, area dove sembra ormai vigere un altro ordinamento. Un canovaccio che continua a ripetersi, alimentato dagli esponenti della sinistra parlamentare che supportano le azioni dei violenti senza condanna alcuna, usando la polizia come piede di porco contro il governo. Una strumentalizzazione politica contro la quale le stesse forse di polizia hanno alzato la voce, lamentando un uso improprio della loro divisa. E nella giornata di ieri, tra le fila dei centri sociali della manifestazione di Milano, non sono mancati esponenti della sinistra comunale e regionale.

“Io ero lì, insieme a Onorio Rosati e Carlo Monguzzi, ed era una situazione che non sembrava dare adito a nessun allarme. Non eravamo neanche un centinaio di persone, fra attivisti e abitanti del quartiere, quindi non era assolutamente una situazione in cui si potesse prevedere qualche degenerazione”, ha dichiarato Tommaso Gorini, consigliere comunale di Milano per Europa Verde. Una ricostruzione smentita, però, dai suoi stessi “compagni” di manifestazione, che parlano di circa 200 persone in presidio. Potrebbero almeno mettersi d’accordo sui numeri.

“Dopo esserci trovati, ci siamo messi in presidio dove la strada era bloccata dalla Polizia e, a un certo punto, è partita la prima carica e dopo qualche minuto ce n’è stata un’altra. Eravamo in pochi ed era impossibile pensare che volessimo forzare il cordone di agenti”, ha detto ancora Gorini, lasciando intendere che la polizia, senza ragione, abbia deciso di portare una carica. “Eravamo in tanti ieri alla manifestazione per la coesistenza, applauditi dalle persone ai balconi e dai commercianti. Il minuto che c’è stato poi di manganelli è sempre da evitare, come ci ha ben spiegato il presidente Mattarella”, ha dichiarato il consigliere comunale dei Verdi, Monguzzi, smentendo a sua volta il collega Gorini. Andebbe detto ai poliziotti che hanno subito le bastonate, i calci e i pugni che si devono evitare i manganelli, magari non reagendo alla violenza? Forse è questo che gli ideologi chiedono alle nostre forze dell’ordine.

“Le dichiarazioni di Monguzzi, esponente di maggioranza a Palazzo Marino, dimostrano che chi governa Milano è profondamente antidemocratico e dedito a pratiche molto vicine a quelle del Ventennio, tanto evocate proprio da chi sventola la falce e il martello”, si legge nella nota di Samuele Piscina, segretario provinciale della Lega e consigliere comunale. “La Lega ha manifestato pacificamente il proprio dissenso nei confronti di chi amministra la città e lo ha fatto democraticamente. Ci siamo attenuti scrupolosamente alle disposizioni delle forze di Polizia e non abbiamo insultato nessuno nè usato violenza. Chi si comporta bene e non cerca gli scontri non riceve mai manganellate, caro Monguzzi”, ha aggiunto Piscina.

“Il sindaco Sala si dovrebbe dissociare immediatamente da queste violenze e smetterla di favorire, con la sua maggioranza, i centri sociali. Noi non ci sogneremmo mai di scendere in piazza per impedire a dei cittadini di manifestare o presentare un libro”, è l’appunto di Silvia Sardone, alla quale cercato di impedire di presentare il volume “Mai sottomessi – Cronache di un’Europa islamizzata”. “È questa la Milano democratica di Beppe Sala? La città in cui la sinistra si arroga il diritto di decidere chi possa manifestare nelle periferie. Noi della Lega non arretriamo e non ci facciamo intimorire”, ha aggiunto Sardone, sottolineando la deriva antidemocratica di chi si riempie la bocca di ideologie contro le dittature.

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