«Prepariamoci a difenderci». Dalla missione militare nel Mar Rosso ai soldati riservisti: così l’Italia si organizza per la guerra
«Tra le tante necessitàquella di poter attivare una riserva al fianco delle forze armate regolari non è da escludere». Parola del ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha aperto a una discussione per aumentare il numero di riservisti.
La guerra a pezzi si fa sempre più calda e il teatro del Mar Rosso sembra non lasciare spazio di manovra per una soluzione del conflitto. Gli Houthi, che da mesi attaccano le navi internazionali che i ribelli yemeniti considerano legate a Israele, hanno portato alcuni Stati della Nato (e non solo) a creare una coalizione per fronteggiare l’aggressione che prende sempre più piede in una delle acque più importanti per il commercio mondiale.
Le minacce Houthi all’Italia
L’Italia, dal canto suo, guiderà la missione Ue Aspides (fortemente voluta insieme a Francia e Germania) e sarà in prima linea. Al contrario della missione Prosperity Guardian ad asse anglo-americana, l’operazione avrà uno scopo prettamente difensivo, che mirerà ad assicurare alle navi internazionali uno scudo anti Houthi.
Questo ha portato alle minacce da parte del gruppo yemenita, secondo cui «l’Italia mette a repentaglio la sicurezza delle sue navi militari e commerciali» assumendo il comando tattico della missione Ue Aspides nel Mar Rosso. Ad affermarlo è stato, in un’intervista rilasciata all’agenzia Adnkronos, il vice capo dell’Autorità per i media degli Ansar Allah (Houthi) e presidente del consiglio di amministrazione dell’agenzia di stampa Saba, Nasr al-Din Amer.
Una legge per i riservisti
«La speranza è che le tensioni nel mondo scemino, ma se invece continuassero a salire, ogni nazione dovrebbe lavorare per essere pronta ad ogni evenienza». Guido Crosetto non ha usato mezzi termini. La prospettiva futura di uno Stato pronto a scendere in campo non è da escludere, leggendo tra le righe nel discorso del ministro.
«Tra le tante necessitàquella di poter attivare una riserva al fianco delle forze armate regolari non è da escludere, come avviene in Svizzera. I riservisti sono volontari che si rendono disponibili a scendere in campo per la difesa nazionale in caso serva. Prima però servirà una legge con relativi fondi, non è una cosa che si mette in piedi dall’oggi al domani. Ci lavorerà il governo con una legge delega», ha detto Crosetto in una intervista a La Verità .
Ci dobbiamo difendere come se fossimo da soli
«Non siamo soli, abbiamo alleati, ma intanto prepariamoci a difenderci come se fossimo soli», ha continuato il Ministro. Non bisogna pensare a un conflitto classico, perché quelle del nuovo millennio sono «guerre ibride»
Gli attacchi possono essere cibernetici, possono essere aggressioni alla libertà di navigazione, al bocco delle materie prime, del gas e alla rete Internet.
«Oggi la guerra si fa anche scaricando milioni di immigrati in territori altrui, oppure polarizzando l’opinione pubblica con il sapiente utilizzo delle fake news», ha affermato il ministro.
La vittoria cinese
«Ufficialmente gli Houthi lottano per la causa di Hamas ma la portata del conflitto è più vasta. Rischiamo un forte impatto economico stanno attaccando navi incapaci di difendersi, mentre i cargo cinesi e russi passano indisturbati. Tutto questo un effetto negativo principalmente per l’Italia e crea squilibri inaccettabili nella concorrenza internazionale», ha continuato il ministro.
Il Mar Rosso, infatti, è uno dei colli di bottiglia cruciale del traffico commerciale globale. «I cinesi stanno già contattando le aziende anche italiane per promuovere le loro compagnie marittime quelle spedizioni costano meno e non subiscono attacchi. È la nuova guerra ibrida che abbatte intere economie e che potrebbe marginalizzare il Mediterraneo».
L’impatto economico sull’Italia
Secondo il ministro Crosetto l’Italia è esposta «perché se le navi sono costrette a circumnavigare l’Africa, potrebbero imporsi nuove rotte commerciali stabili a vantaggio per esempio di Rotterdam le nostre merci saranno zavorrate da uno svantaggio competitivo e costeranno di più».
Poi, sulla missione Aspides, Crosetto ha spiegato che «ci sarà un minimo di tre unità navali europee supporto di intelligence e logistico e valutiamo la possibilità di offrire assetti aerei con capacità di sorveglianza». Una missione solo difensiva, sottolinea il Ministro, «perché l’Italia non può attaccare un territorio sovrano se non è aggredita, se non ci chiede aiuto uno Stato amico sovrano invaso o attaccato, o se manca una risoluzione internazionale di condanna che permette un attacco. Ovviamente, se le navi verranno attaccate, le forze italiane si difenderanno».
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