La scelta di Vittorio, imprenditore agricolo morto a 84 anni: «Parenti diseredati, eredità milionaria in beneficenza al comune»
L’amore per la propria terra, per il paese in cui si è nati e cresciuti, per la comunità. L’imprenditore agricolo Vittorio Ragazzi, di 85 anni, avrà pensato a tutto questo amore quando ha deciso di lasciare la sua eredità in beneficenza al suo comune. Originario di San Giovanni in Persiceto, nel Bolognese, l’anziano è venuto a mancare lo scorso dicembre.
Secondo alcune fonti sarà il sindaco della cittadina a dover gestire i beni del valore di due o tre milioni di euro. Un secondo testamento dedicato ai familiari è, invece, sotto verifica per constatarne la veridicità.
L’eredità
Una vita dedicata al lavoro e alle sue terre. Vittorio Ragazzi non si era mai sposato, non aveva figli e forse sarà stato anche questo a portarlo alla decisione di lasciare tutti i suoi averi in beneficenza, per farne qualcosa di più grande, di utile.
L’imprenditore di Zenerigolo gestiva un’azienda agricola, possedeva alcuni ettari di terreno e pochi animali. Mesi prima di morire, lo scorso anno, ha deciso di mettere nero su bianco le sua volontà e di far redigere un testamento, nel quale si è impegnato a diseredare tutti i parenti rimasti in vita, e a donare il patrimonio al collettivo, in segno di solidarietà. Il suo obiettivo era la beneficenza, non tramandare beni immobili. Il tutto ammontava a due o tre milioni di euro, così come ha fato sapere il Corriere. Ma chi se ne occuperà?
La gestione
Secondo la legge, in caso di assenza di eredi o di familiari prossimi, giacché si tratta di un patrimonio donato in beneficienza, tali disposizioni verranno affidate al comune in cui è morto Vittorio. Ragion per cui, toccherà sindaco di San Giovanni in Persiceto prendere in mano la faccenda e capire cosa farne. Secondo indiscrezioni, esisterebbe un secondo testamento scritto e redatto dallo stesso Ragazzi quando era ancora in vita, ora in mano a quei parenti diseredati.
Le parole dell’avvocato
Per ora, a prendere la parola è l’avvocato dell’imprenditore, Claudio Mazza, che ha dichiarato: «Quello che so è che le volontà di Ragazzi mi sono sempre state chiare e sono quelle contenute nel testamento olografo consegnato al notaio Parlatore. Io seguo questa vicenda per un obbligo morale e umano che mi lega a quella persona, perché voglio che venga rispettata la volontà di un mio cliente che conoscevo da tanti anni».
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