A luglio partono i primi cinque Pir per togliere pazienti ai pronto soccorso
PRONTOSOCCORSO
Attivi dal primo luglio, con cinque postazioni nella Asl Centro. In Regione si continua a lavorare sui Pir, cioè i Punti di intervento rapido che nascono sulla scia dell’esperienza dei Cau in Emilia-Romagna. Si tratta di strutture dove dare ai cittadini assistenza per problemi non gravi ma che comunque richiedono un intervento sanitario rapido. Un’otite dolorosa, una trauma leggero, un mal di testa pesante, uno sfogo cutaneo, una gastroenterite virale e così via. Ci sono però dei punti da chiarire ancora, primo fra tutti l’accesso.
Parte la Asl Centro
Dall’assessorato alla Salute hanno incaricato la Asl Centro di partire per prima con i Pir e da giorni sono in corso riunioni per disegnare il servizio, che si dovrà coordinare con altri destinati a partire a breve.
Intanto alla Asl pensano di iniziare con cinque strutture, compreso il Serristori di Figline, che già da tempo funziona come primo soccorso. Poi ci saranno Pir nell’Empolese, probabilmente nella zona di Vinci, a Prato, nella zona Centro-Est, a Pistoia, nell’ex ospedale del Ceppo, e a Firenze, dove si pensa a Santa Rosa, anche se nella struttura dell’Oltrarno sono in corso alcuni lavori.
Come funzionano
Intanto, nei Pir ci saranno un medico e un infermiere, che avranno a disposizione degli apparecchi diagnostici e potranno chiedere la collaborazione di altri professionisti. Il personale dovrebbe essere quello della guardia medica e qui c’è il primo problema. La Toscana infatti deve ancora completare la riforma del servizio di guardia, dal quale dovrebbero essere eliminate alcune postazioni notturne (quelle che lavorano meno) per recuperare professionisti. Da tanto tempo si parla di portare in fondo i tagli (esclusi nelle città turistiche) ma ci sono difficoltà a convincere certi sindaci. La novità dei Pir dovrebbe finalmente accelerare la riforma.
Il nodo dell’accesso
Altro tema molto importante riguarda l’accesso. Alla Asl in questo momento stanno ipotizzando, anche su richiesta dei sindacati dei medici di famiglia (che seguono anche i professionisti di guardia) di non permettere l’accesso diretto nei punti di intervento rapido. Il paziente che ha un problema non grave dovrebbe quindi chiamare il suo medico di famiglia, che lo dirotterebbe sui Pir. Altra ipotesi è quella di chiamare il numero 116117, che però ancora non è attivo. Si tratta della centrale che tra l’altro risponderà a chi ha bisogno della guardia medica, di servizi sociali o di informazioni sulle attività sociosanitarie. Il servizio, che a Firenze verrà fatto negli spazi dell’Iot dove ora ci sono il 118 e il 112, è sul punto di essere avviato. Il cittadino, è l’ipotesi, chiama il numero e dice che problemi ha e a quel punto viene indirizzato su un Pir oppure, se la situazione è più grave, la sua telefonata viene girata al 118. Ma l’idea di fare un filtro telefonico prima dell’accesso nei punti di intervento rapido non convincerebbe molto la Regione. In effetti, se questi punti sanitari devono servire a ridurre l’accesso nei pronto soccorso dando una risposta rapida ai problemi dei cittadini rendere necessaria la telefonata renderebbe il tutto un po’ macchinoso, cosa che spingerebbe molte persone ad andare comunque in ospedale. Alla Asl ne sono consapevoli e aspettano indicazioni definitive dall’assessorato. I medici di famiglia preferiscono il filtro perché il timore è che nei Pir si presentino persone che non sanno di avere problemi gravi (un infarto, un ictus) e ci si trovi di fronte a pazienti difficilissimi da gestire, che vanno inviati subito in ospedale dove comunque arriverebbero più tardi che se fossero stati inviati subito dal 116117. In Emilia ci sarebbero stati casi del genere sui quali sono nate molte polemiche (anche se il giudizio sul sistema in quella regione è prevalentemente positivo).
Per introdurre l’accesso diretto, quindi, andrà superata l’opposizione dei medici. Comunque sia l’idea è partire all’inizio di luglio, quando sarà operativo anche il 116117 e anche conclusa la riforma della guardia medica.