Zaccaria ucciso dall’autobus mentre spinge il monopattino. “Voleva fermare il mezzo”
Voleva fermare il bus per andare a fare colazione con gli amici. Correva, portando con sé il monopattino. Altri ragazzi lo seguivano a piedi. Ma quando è arrivato davanti alla stazione è stato travolto dal mezzo, che lo ha trascinato sull’asfalto per alcuni metri. Così, davanti agli sguardi attoniti degli altri giovanissimi, è morto a soli 19 anni Zaccaria Belatik.
A Bergamo è una domenica mattina assolata e mite e molti si riversano in strada. Anche Zaccaria, che viveva nella frazione di Grignano a Brembate, decide insieme a suoi coetanei di dirigersi verso il quartiere di Borgo Palazzo. Da un paio di mesi aveva trovato lavoro come operaio in un’azienda di Brembate e aveva lavorato fino al pomeriggio di sabato. Doveva essere una domenica di divertimento e svago. Secondo le testimonianze di chi era con lui, mentre i ragazzini aspettano il tram si lanciano verso l’autobus per impiegare meno tempo. Zaccaria è davanti agli altri, che lo seguono. «Lui era con il monopattino, noi a piedi racconta un suo amico, minorenne -. Non so se l’autista non lo ha visto, forse guardava dall’altra parte per vedere se arrivava qualcuno dalla rotonda. Lo abbiamo raggiunto ed è stato investito. Fino a 5 minuti fa stavamo ridendo insieme». Sono le 8.40 quando il 19enne viene travolto: l’autista, un 55enne ora sotto choc, si ritrova il ragazzo all’improvviso alla sua destra e non fa in tempo a vederlo né a frenare. Lui stesso spiegherà ai carabinieri di non aver visto il giovane mentre ripartiva dopo la fermata prevista. L’impatto non solo è molto violento ma il ragazzo viene anche trascinato. L’allarme è immediato, ma neppure i tentativi disperati dei medici del 118 riescono a rianimarlo. Il migliore amico di Zaccaria, in lacrime e in preda al panico dopo l’incidente, invece fugge «perché non aveva i documenti. In quel momento, non ragionava più», aggiunge il testimone.
Davanti ad una scena macabra e caotica in piazzale Marconi, a raccogliere le voci dei presenti per la ricostruzione sono stati gli agenti della polizia locale e i carabinieri, che hanno ricostruito la dinamica dell’incidente. Solo nel pomeriggio, dopo i rilievi, la Procura ha disposto che la salma sia restituita ai familiari del ragazzo, di origini marocchine ma nato in Italia. «Organizzeremo un momento di preghiera a Zingonia o a Curno spiega il papà davanti la propria casa , dopo lo riporteremo in Marocco». L’uomo, di Casablanca, non riesce a darsi pace e in lacrime ripete: «Era un ragazzo come tanti altri, bravo». La tragedia di Bergamo è solo l’ultima che vede protagonista il discusso mezzo a due ruote. Con la diffusione del monopattino, la percentuale di incidenti è aumentato in modo esponenziale. Secondo i dati dell’Aci e dell’Istat, nel 2022 sono cresciute del 77,8% le vittime a bordo di monopattini.
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