Una targa per Giuseppe Lenoci: ” Era soltanto uno studente, ma è morto da lavoratore”
Fermo, 15 febbraio 2024 – Se n’è andato il giorno di San Valentino Giuseppe Lenoci, aveva solo 16 anni e tante cose ancora da vivere. Sono passati due anni dal terribile incidente d’auto nel quale è morto, mentre stava facendo un’esperienza di lavoro, lui studente in Pcto, e il ricordo di Giuseppe non si spegne, da ieri al campetto, a Monte Urano, dove incontrava gli amici e giocava a calcio c’è una targa che ricorda la sua storia di studente, sportivo e cittadino che stava costruendo il suo futuro.
Un’iniziativa dell’amministrazione comunale di concerto con l’Anmil, per rendere eterna la storia di Giuseppe. “E’ morto il giorno in cui si celebra l’amore perché lui era amore, racconta la zia Angela che da allora non smette di chiedere giustizia e sicurezza, Era uno studente ma è morto da lavoratore, l’ho scritto al ministro Valditara, ieri, di getto, e lui mi ha risposto nel giro di poche ore, sono rimasta commossa e stupita. Mi ha risposto da padre prima che da ministro, mi ha assicurato vicinanza e attenzione, perché nei percorsi di Pcto ci sia sempre attenzione e sicurezza, perché non si debba più morire così, in un giorno di febbraio che deve invece essere dedicato all’amore”.
La famiglia di Giuseppe si è unita a quelle di Lorenzo Parelli, morto in stage a Udine, e di Giuliano De Seta, morto a Venezia, per chiedere al Governo leggi chiare e misure certe, l’attenzione resta alta: “Devo dire che abbiamo trovato sempre le porte aperte e grande attenzione, penso che si arriverà ad avere una parola certa su questa questione, i ragazzi devono studiare e imparare a lavorare ma al sicuro. Per noi, la giustizia sta facendo il suo corso ma è davvero troppo lenta, aspettiamo e intanto non dimentichiamo Giuseppe e una tragedia che poteva essere evitata”.
L’assessore Massimo Brasili rappresenta il comune di Monte Urano, parla di una memoria necessaria per costruire il futuro, intorno gli stanno gli amici di Giuseppe, mamma Francesca e papà Sabino: “Ogni anno organizziamo un torneo di calcio in suo ricordo, questa targa sarà qui per sempre a raccontare la sua storia, per essere sempre vicini alla famiglia”. Promettono impegno e attenzione anche il vice prefetto Giovanni Todini, la consigliera regionale Jessica Marcozzi.
Giuseppe è il figlio di tutto, ha detto Marcello Luciani, presidente Anmil, l’associazione che assiste e tutela gli invalidi e le famiglie delle vittime sul lavoro, commosso e emozionato Lorenzo Moretti della Campiglione calcio, la seconda famiglia di Giuseppe: “Ho perso un figlio anche io”, sottolinea tra le lacrime. Nel pomeriggio una rappresentanza di studenti si è ritrovata in piazza del popolo per chiedere che non si spenga l’attenzione su un tema molto sentito, quello delle esperienze di lavoro degli studenti. Il parroco di Monte Urano raccomanda sempre di tenere viva la memoria di Giuseppe, perché resti sempre tra coloro che lo hanno amato, Claudio Esposito dell’Inail conclude la giornata con una preghiera: “Mai più morti come Giuseppe, come Lorenzo, come Giuliano”.
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