«Abbiamo ritirato i nostri figli da scuola per viaggiare di più e quando vogliamo. Studiano a casa»
Decidere di portare i figli a scuola e lasciare che qualcuno si occupi della loro istruzione è un obbligo e una dimostrazione di fiducia verso coloro che sono chiamati a insegnare. Essere genitori e sapere che un altro adulto si occuperà di insegnare a tuo figlio o figlia come scrivere, cosa leggere, spiegando la storia del tuo Paese e le origini della tua nascita è un dovere che però, significa anche sottrarsi per 5-6 ore al giorno dall’accudire tuo figlio o figlia. Un atto funzionale per la sua educazione e crescita e determinante a definire ciò che potrà diventare da grande. Una responsabilità che spesso non viene capita appieno.
Andare a scuola vuol dire anche fare amicizia con gli altri bambini e bambine e così imparare a condividere e a rispettare il prossimo. Valori che, secondo qualcuno, possono essere impartiti anche fra le mura di casa. Ragion per cui diversi genitori, nelle parti del mondo dove ciò è possibile, decidono di far studiare i figli a casa, così da poter trascorrere più tempo insieme a loro.
Il punto di vista di Terri Peters
Terri Peters è una giornalista con un’agenda piena di impegni: si dedica al lavoro, alla casa, ai figli di 13 e 15 anni, e al marito. Nonostante gli sforzi e le gita in programma, la donna si era resa conto che non era soddisfatta. Sentiva di dover passare più tempo con la sua famiglia e che i viaggi in calendario erano sempre pochi a causa degli impegni lavorativi e quelli scolastici dei figli.
La soluzione
«Da quattro anni io e mio marito abbiamo deciso di passare dalla scuola pubblica all’istruzione domiciliare – ha scritto la giornalista su Business Insider –. La nostra scelta non riguardava esclusivamente il modo in cui l’istituto gestiva l’eccessiva quantitàdi compiti con cui i miei figli tornavano a casa (anche se quelli ne facevano parte). Ciò che ci ha spinto a prendere questa decisione è stato il nostro desiderio di passare più tempo con i nostri figli e di insegnare loro l’arte di viaggiare».
Il punto di non ritorno
«Dopo la pandemia da Covid-19 che costringeva i miei figli a studiare in casa, non siamo tornati indietro – ha spiegato la donna –. I miei figli imparano la cultura, la storia e l’arte attraverso i viaggi. Imparando a conoscere il mondo attraverso un mix di programmi scolastici e i nostri viaggi di famiglia. È stata la decisione migliore che potessimo prendere».
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