«Licenziata dal capo dopo avergli detto che sono incinta. Mi ha mandato un messaggio poco prima del turno, ero giàin macchina»
Lo scontento dei lavoratori si fa sempre più rumoroso e con crescente frequenza si aggiungono nuove voci al coro, soprattutto grazie alla velocità incredibile con cui le parole si diffondono tramite i social media. I motivi sono diversi, ma i punti di contatto tra le lamentele e le critiche si fanno sempre più evidenti: il benessere dei dipendenti deve essere garantito nelle sue varie sfaccettature e la logica del profitto come unico faro sta subendo attacchi da tutti i lati, facendone tremare le sue fondamenta.
Una denuncia chiama l’altra ed è proprio per questo motivo che anche Amy, una ragazza di 29 anni proveniente da Melbourne, ha deciso di condividere la sua esperienza, spronando chiunque abbia vissuto una situazione simile ad alzare la testa. La giovane ha lavorato per un’azienda tech per quattro mesi, ma il giorno dopo aver detto al suo capo di essere incinta… è stata licenziata.
Amy era già salita in auto, pronta per il suo successivo turno di lavoro, che sarebbe iniziato alle 9 di mattina. Tuttavia, alle 7.47 riceve un messaggio e il suono di una notifica sul suo telefono attira l’attenzione della 29enne.
«Buongiorno Amy», le scrive il capo, «Non sono sicuro che tu debba lavorare oggi, ma abbiamo deciso di terminare il rapporto lavorativo a causa di troppi permessi per malattia durante il periodo di prova. Per favore, riporta tutti gli strumenti di lavoro, i monitor, portatili e via dicendo. Ho un appuntamento alle 8, ti chiamerò dopo, e questa mattina preparerò una lettera ufficiale».
La ragazza spiega che il giorno prima aveva mandato al manager una email con il certificato medico in cui si specificava che non avrebbe potuto lavorare a causa di un malore conseguente alla gravidanza. Amy ha rivelato al DailyMail che non sapeva proprio chi informare sul fatto che fosse incinta (sin da novembre) dato che al posto di lavoro non c’è il dipartimento delle risorse umane e il capo sarebbe stato via almeno fino a Natale.
Anche se è avvenuto durante il periodo di prova (dopo quattro mesi), la 29enne è rimasta sorpresa dal modo brutale con cui è stata allontanata: «Ma poi licenziare qualcuno perché sta male? No, non si fa». Amy vorrebbe portare la questione in tribunale, dato che è importante che le donne sappiano di avere dei diritti: «Siamo nel 2024, i datori di lavoro non possono fare quello che gli pare solo perché, non so, sei incinta o in prova o qualsiasi cosa gli faccia comodo. Dovrebbero sempre consultarsi con le risorse umane o dei rappresentanti legali prima di prendere decisioni frettolose».
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