Militari, in arrivo una legge per reclutare i riservisti in caso di guerre: l’ipotesi di 10mila uomini in campo
Il ministero della Difesa è al lavoro per una legge che riguarda l’introduzione di una riserva ausiliaria dello Stato, quindi delle Forze armate, composta da non oltre diecimila unità, come già auspicato dalla legge 119 del 2022, introdotta dal precedente governo. La riserva – una volta reclutata, formata e periodicamente addestrata – potrebbe essere composta da ex militari o personale con determinate specifiche, impiegabile nei casi di necessità durante eventuali conflitti e crisi internazionali, non impiegati sul fronte dei teatri operativi ma per il supporto logistico e la cooperazione. In passato il ministro aveva già annunciato alle commissioni parlamentari della Difesa l’intenzione di un intervento legislativo in questo senso.
Eppure diversi riservisti militari italiani che, nonostante abbiano servito il Paese per molti anni, sono ormai fuori dall’Esercito e costretti dunque a fare ricorso al Tar. Sono circa 10 quelli che si sono rivolti al Tribunale amministrativo, un migliaio in tutta Italia coloro che stanno per perdere il lavoro. Sono stati impegnati – per diverso tempo – in missioni importanti, da quelle estere con l’Onu alle “Strade sicure”, ma sempre con contratti a tempo determinato. Ora, al 30 dicembre 2023 e compiuti i 45 anni di età, sono virtualmente fuori. Ma adesso stanno combattendo una “guerra” diversa, fatta di carte bollate, avvocati e tribunali.
Militari riservisti fuori dall’Esercito, l’altra “guerra”: scatta il ricorso al Tar contro il licenziamento. Missioni Onu e “strade sicure”, ecco chi sono
Nel ricorso – presentato allla Sezione Prima Bis del Tar e con udienza discussa il 17 gennaio a Roma, il gruppo riservista ha chiesto di «riconoscere in via principale per ciascuno dei ricorrenti lo status di pubblico impiego dipendente equiparato a quello dei graduati in servizio permanente effettivo e comunque a quello di pubblico dipendente militare appartenente all’ Esercito Italiano ( c.d. “ stabilizzazione”) con conseguente diritto al riconoscimento all’assunzione presso l’A.D (Amministrazione Difesa). quali lavoratori a tempo indeterminato ed immissione nei ruoli dei graduati di truppa in servizio permanente effettivo».
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