Bologna Città 30, Codacons ricorre contro il Mit: “Provvedimento di Salvini abnorme e ingiustificato”
Bologna, 21 gennaio 2024 – La direttiva annunciata dal ministro Salvini non è ancora stata scritta, figuriamoci inviata, eppure trova già un’opposizione al Tar.
Lo annuncia il Codacons, che ha deciso di presentare ricorso al tribunale amministrativo del Lazio affinché venga annullato il provvedimento previsto dal ministro dei trasporti e delle infrastrutture, che intende limitare la libertà dei sindaci in tema di velocità massima delle auto nei centri abitati. Oltre al ricorso, il Codacons chiederà anche al Mit “un risarcimento danni di mezzo milione di euro per atto illegittimo, da versare al fondo vittime della strada”.
Ovviamente nel mirino di Salvini c’è Bologna Città 30 e il limite dei 30 all’ora imposto dal sindaco Lepore in gran parte della strade cittadine e che sta scatenando infinite polemiche.
“La direttiva del Mit in tema di limiti di velocità è sbagliata sotto ogni punto di vista – spiega in una nota il Codacons – , e risulta un provvedimento ingiustificato, abnorme e sproporzionato, una misura meramente ideologica che si scontra con l’esigenza prioritaria di garantire la sicurezza stradale e tutelare l’incolumità dei cittadini. Sempre più città in Europa stanno adottando nei centri urbani il limite massimo di velocità di 30 km/h, ottenendo enormi benefici sia sul fronte dell’incidentalità che su quello delle emissioni inquinanti, con un miglioramento evidente della qualità dell’aria. Diversamente da quanto sostenuto dal ministro Salvini, la misura dei 30 km/h adottata da Bologna ma anche da altre amministrazioni, non si applica a tutto il territorio comunale, ma solo ad aree sensibili individuate direttamente dai sindaci, a cui la legge italiana attribuisce il potere di intervenire in materia, nel rispetto del Codice della strada. Inoltre, contrariamente a quanto sostenuto dal ministro Salvini, il limite di velocità di 30 km/h in alcune aree individuate dai sindaci non compromette alcun diritto degli automobilisti, né lede principi costituzionali. Semmai, l’unica facoltà ad essere limitata è quella di mettere a rischio la vita di pedoni o ciclisti attraverso una velocità di guida eccessiva”.
Il pensiero di Salvini: “Zone 30 solo in punti mirati”
Il ministro Salvini si era scontrato con Lepore e aveva spiegato il suo provvedimento dicendo che “abbassare il limite in modo generalizzato rischia di produrre effetti opposti a quelli desiderati. Il sindaco e la giunta, inoltre, dimenticano che il precedente governo nazionale aveva caldeggiato le zone 30, ma in modo mirato e in aree precise come nelle vicinanze di scuole o asili. Imporle in tutta la città è una forzatura che tradisce lo spirito delle zone 30″.
Il giurista: “Il ministero può alzare i limiti”
E a dare ragione a Salvini – da un punto di vista giuridico – è stato Antonio Carullo, ordinario di Diritto amministrativo all’Alma Mater, il quale ha sottolineato come il ministero abbia facoltà di modificare la legge del limite dei 30 chilometri orari deciso dal Comune di Bologna.
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